giovedì, Dicembre 5, 2024
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Osservatorio Federvini. Nel 2024 vini, spiriti e aceti continuano a resistere

Il 2024 si chiude all’insegna della resilienza per il settore vini, spiriti e aceti italiani, nonostante le difficoltà economiche e geopolitiche. Questa è la sintesi offerta dall’Osservatorio Federvini, realizzato da Nomisma e TradeLab, che evidenzia il ruolo strategico di questi comparti per l’economia nazionale.

Un contesto economico sfaccettato: resilienza tra sfide globali

Nonostante un PIL italiano in lieve crescita (+0,8%) e un clima di fiducia instabile, i comparti rappresentati da Federvini si sono dimostrati solidi. Tuttavia, i costi di produzione continuano a rappresentare una sfida significativa: sebbene i costi energetici siano in calo, quelli del packaging restano elevati, con incrementi dal 2021 che vedono il vetro a +67%, la carta a +47% e il PET a +24%.

Micaela Pallini, Presidente di Federvini, sottolinea l’importanza di un’azione sinergica per garantire stabilità e crescita: “I dati dell’Osservatorio dimostrano quanto la filiera dei vini, spiriti e aceti italiani pur affrontando sfide complesse, continui ad essere un asset strategico per l’economia italiana. Ma non mancano segnali di difficoltà legati anche ai precari equilibri geopolitici ed è quindi fondamentale continuare ad investire nella promozione internazionale e nella difesa dei nostri comparti. Per garantire stabilità e crescita a lungo termine, è necessaria un’azione di sistema tesa a rafforzare il ruolo dell’Italia in sinergia con tutti gli attori della filiera, per valorizzare le eccellenze e rispondere con prontezza alle nuove esigenze dei mercati internazionali”.

Export: l’Italia primeggia tra qualità e crescita

Secondo Nomisma, nei primi 8 mesi dell’anno, l’export di vini supera i 5 miliardi di euro e si attesta nella media dei principali esportatori mondiali con un +4,7% in valore e +3,2% a volumi rispetto al 2023, mentre soffrono competitor di peso quali Francia e Spagna. Gli spumanti italiani restano i protagonisti con importazioni in aumento in Australia (+11,2%), Francia (+8,3%) e Stati Uniti (+5,3%).

Gli spiriti italiani registrano un incremento del 4% in valore per 1,2 miliardi di euro di valore generato nei primi otto mesi dell’anno: su tutti si distinguono i mercati cinese (+24,9%), tedesco (+7,5%) e statunitense (+5,5). L’export di liquori cresce in particolare in valore in Francia (+16%), Stati Uniti (+10%) e Germania (+3%), mentre la Grappa registra un rallentamento generale limitando la sua crescita al Canada (+27%).

Il comparto degli aceti con esportazioni del valore di 236 milioni di euro nei primi otto mesi dell’anno segna una crescita significativa, con un incremento del 18,6% in valore e del 15% in volume tra gennaio e agosto 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Corea del Sud emerge come il mercato di destinazione dell’export di aceti italiani a maggiore tasso di crescita (+70% a valore).

Consumi in GDO: successo per gli spumanti

Sempre secondo Nomisma, le vendite in GDO si mantengono in positivo sul fronte dei valori ma continuano a cedere in volume (-1,1% rispetto al 2023), con i vini che nei primi nove mesi dell’anno raggiungono i 2,1 miliardi di euro (+1,1% in valore sul 2023). Gli spumanti si distinguono per un’ulteriore crescita (+3,5% in valore), guidata da Metodo Classico (+4,6%) e da Charmat Secco, con in testa il Prosecco (+4,2%). Per i vini fermi e frizzanti crescono i vini a marchio IGP (+1,6% in valori e +3,7 a volume) mentre i DOP, che rappresentano oltre la metà del valore totale delle vendite, si mantengono stabili a valori (+0,2%) ma si riducono nei volumi (-2,9%).

Nello stesso periodo gli spiriti mostrano andamenti differenziati flettendo lievemente in valore (-0,1%) rispetto al 2023 e con un giro d’affari di 861 milioni di euro. Gli aperitivi alcolici premiscelati crescono del 9,2% a valore mentre distillati ed acquaviti confermano la loro posizione preminente rappresentando insieme il 42,6% delle vendite. La Grappa resta il prodotto più consumato del segmento generando vendite per 90 milioni di euro, al contrario, soffrono i liquori dolci come Sambuca (-4,7% a valori) e quelli cremosi (-1,4% a valori) compensato però dall’ottima performance dei prodotti a base di amaretto (+5,3% a valori) e di quelli a base d’uovo (+6,1% a valori).

Sul fronte degli aceti, nei primi 9 mesi del 2024, la performance in GDO si contrae leggermente (-0,3%) con un valore di 105 milioni di euro. L’aceto di mele si conferma la categoria più dinamica (+5,4% in valore), mentre l’Aceto Balsamico di Modena IGP registra una lieve contrazione (-1,5%).

Fuori casa: consumi serali e notturni in difficoltà

L’approfondimento a cura di TradeLab evidenzia nei primi tre trimestri del 2024 una crescita dell’1,3% in valore per il mercato out of home, a fronte di una diminuzione dell’1,1% nelle visite. La colazione si conferma il momento di consumo più stabile (+1,5% a valore), grazie alla sua accessibilità economica e all’abitudine consolidata degli italiani. Prosegue invece la sofferenza delle occasioni serali: l’aperitivo cede l’1,9% in termini di presenze, la cena lo 0,8% che però segna un +1% a valore, mentre diminuiscono sensibilmente i consumi nella notte (-4,4%).

Quest’anno le bollicine mantengono una tendenza positiva (+1% a valore), soprattutto nelle occasioni di aperitivo serale mentre i vini, i cocktail alcolici e gli spiriti lisci subiscono un calo del 2%. Per gli amari e i dopo pasto la flessione risulta invece più marcata (-5%) a causa della contrazione del consumo a cena pur mantenendo una discreta popolarità nelle pizzerie.

Prospettive e priorità per il futuro

Il 2024 evidenzia un settore resiliente ma che necessita di interventi strategici per affrontare le sfide globali. Promozione internazionale, innovazione e tutela delle eccellenze italiane saranno fondamentali per consolidare la crescita e il posizionamento competitivo sui mercati internazionali.

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