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Chianti Classico Riserva 2020 di Carpineto nella Top 100 di Wine Spectator

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Grande soddisfazione per Carpineto, l’azienda fondata nel 1967 a Greve in Chianti da Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo, che vede il proprio Chianti Classico Riserva 2020 conquistare il 25° posto nella prestigiosa classifica Top 100 di Wine Spectator con un punteggio di 93 punti. Un traguardo particolarmente significativo per Caterina Sacchet, enologa e produttrice della seconda generazione insieme ad Antonio Michael Zaccheo, che ha espresso tutta la sua emozione: “Non ho parole per l’emozione, questo bellissimo traguardo mi gratifica molto, in un momento così strategico, e anche complesso, non potevamo avere riconoscimento migliore, sul piano internazionale. L’aspetto più emozionante per me è che nella TOP 100 ci sia il Chianti Classico Riserva 2020, vino del territorio dove è iniziata questa splendida avventura. La passione trasmessa dai nostri padri ci permette di avere queste bellissime gioie ed emozioni.”

Il successo rappresenta il coronamento di un percorso professionale iniziato quando Caterina aveva appena 18 anni, affiancando il padre tra vigna e cantina. Dopo la laurea in enologia conseguita a Firenze, ha progressivamente acquisito piena autonomia nella conduzione aziendale, arrivando a firmare l’intera produzione di Carpineto. La sua firma è riconoscibile: vini dalla struttura importante e dalla grande personalità, caratterizzati da precisione tecnica e qualità costante nel tempo. Ma è soprattutto la sua visione contemporanea a fare la differenza, quella capacità di interpretare in chiave moderna un patrimonio ereditato, conferendo ai vini quella complessità memorabile che nasce dall’equilibrio tra potenza ed eleganza. La sua sensibilità enologica e la capacità di guardare lontano rappresentano qualità non comuni nel panorama vinicolo italiano.

Caterina Sacchet e Antonio Michael Zaccheo

Un’annata eccezionale e il giudizio della critica

L’annata 2020 del Chianti Classico Riserva viene considerata da Caterina Sacchet particolarmente fortunata: “una delle più belle annate degli ultimi anni, proprio per vini da lungo affinamento. Dal punto di vista sensoriale l’annata è caratterizzata da ottima espressione varietale, eleganza, un’annata destinata a vini da lunghissimo affinamento. Un’annata in cui la primavera abbastanza fresca è stata seguita da un’estate calda e lunga ma con buone escursioni termiche fra il giorno e la notte consentendo il completamento ottimale del processo di maturazione delle uve. Grazie alle sporadiche piogge di giugno e di settembre ha permesso alla pianta di portare a completamento la maturazione delle uve in maniera ottima.” L’analisi della rivista americana descrive un rosso strutturato e ricco, dove amarena e mora si integrano con erbe selvatiche, ferro e terra che ne arricchiscono la profondità, mentre il sorso si chiude con un finale persistente e speziato.

Il legame con il Chianti Classico affonda le radici nella storia stessa di Carpineto. Alla fine degli anni Sessanta, i fondatori decisero di concentrare gli sforzi proprio su questa denominazione, con l’ambizione di produrre il miglior vino possibile partendo dal potenziale del territorio, una scelta coraggiosa che andava contro le abitudini produttive del tempo. “Anche per questo oggi i risultati nel Chianti Classico rappresentano l’esito di una visione lungimirante, il coronamento del sogno dei nostri padri, che proprio nel 1967 fondarono l’azienda”, evidenzia Antonio Michael Zaccheo. Attualmente la gamma comprende tre referenze: il Chianti Classico annata, il Chianti Classico Riserva e il Chianti Classico Gran Selezione, vertice qualitativo realizzato con le uve provenienti dalle parcelle più pregiate dei vigneti di proprietà. Un elemento di continuità storica è rappresentato dall’etichetta del Chianti Classico Riserva, sostanzialmente immutata rispetto alla prima versione, che riporta l’autoritratto di Rubens. “Mio padre trovò in casa, proprio negli anni in cui, poco più che ventenne, con Sacchet diedero avvio all’attività, un’incisione di Marchi Incisori dell’autoritratto di Rubens. L’incisione, che era nella collezione di famiglia, fu scelta come simbolo dell’allora nuova cantina di Greve in Chianti e del primo vino prodotto, il Chianti Classico appunto, in quanto Rubens vantava una lunga storia di amore per la Toscana ed il vino. Quest’immagine è tutt’ora il simbolo del nostro Chianti Classico, nelle tre diverse tipologie, l’Annata, la Riserva e la Gran Selezione”, spiega Antonio Michael Zaccheo. L’Appodiato di Dudda, la proprietà originaria situata a Greve in Chianti e conosciuta da secoli con il nome “Carpineto”, si trova su colline poste a 300 metri di altitudine, in una delle zone più fresche della denominazione Chianti Classico dal punto di vista del microclima. Questa tenuta storica costituisce il nucleo originario dell’azienda, che oggi gestisce altre 4 proprietà nei comprensori più prestigiosi della Toscana. La profondità storica della cantina trova conferma anche nell’archivio enoico, uno dei più completi del territorio, che conserva numerose annate d’epoca.

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