Nel panorama vitivinicolo italiano la Franciacorta è oggi uno dei territori più vivaci e consolidati, capace negli ultimi vent’anni di ridefinire il proprio linguaggio stilistico e la propria identità produttiva, un’area che cresce in profondità, non solo in termini numerici, ma soprattutto nella qualità delle interpretazioni.
All’interno di questo contesto in evoluzione la famiglia Muratori rappresenta un caso emblematico, una realtà giovane, nata ad Adro alla fine degli anni Novanta per volontà di Bruno Muratori, che fin dall’inizio ha scelto una via precisa: lavorare esclusivamente uve di proprietà e costruire un legame diretto, quasi fisico, tra vigneto e vino.
La squadra Muratori nella barricaia
Oggi l’azienda sta vivendo una fase di trasformazione che la distingue nel panorama franciacortino. Un’evoluzione che nasce da un’idea semplice e radicale al tempo stesso: non cambiare direzione ma ritrovare la propria con maggiore lucidità. Lo ha espresso con chiarezza Michela, seconda generazione in prima linea nel nuovo corso, in occasione della masterclass “Muratori evolvere nel segno della continuità” tenutasi al Merano WineFestival.
La masterclass al Merano WineFestival da sinistra Michela Muratori, Bruno Muratori, Riccardo Cotarella e Umberto Muratori
«Non abbiamo voluto fare qualcosa di diverso: abbiamo voluto fare meglio ciò che siamo» ha sintetizzato nel descrivere il cuore del progetto, una frase che è diventata la chiave per leggere tutto ciò che è stato portato in scena a Merano.
Riccardo Cotarella: continuità come motore evolutivo
La collaborazione con Riccardo Cotarella, una delle voci più autorevoli dell’enologia non solo italiana ma internazionale, ha mostrato come la continuità possa essere un motore evolutivo, non una forma di inerzia.
L’approccio dell’interprete e architetto della nuova identità, fatto di metodo, ascolto, studio dei vigneti e ricerca dell’essenziale, ha orientato l’azienda verso una precisione che fa la differenza. Il suo contributo emerge soprattutto nella visione che guida il lavoro quotidiano: «Mi sono convinto dopo parecchi anni – ha spiegato Cotarella – che il vino sente e parla attraverso i sensi, però, soprattutto, ci sono le persone» definendo non solo il suo pensiero, ma anche il nuovo approccio dell’azienda, il vino come risultato di un equilibrio umano prima ancora che tecnico.
Riccardo Cotarella guida la Masterclass Muratori al Merano Wine Festival
La degustazione: le nuove sfumature dell’identità Muratori
La degustazione ha reso evidente la profondità di questo cambiamento, mostrando con chiarezza come ogni etichetta oggi rappresenti una sfumatura precisa della nuova identità Muratori.
Il percorso si è aperto con il Franciacorta Brut, caratterizzato da una bollicina sottile e regolare, frutto di pressature più delicate e di una gestione dei lieviti più rigorosa: il sorso è teso, essenziale, attraversato da agrumi nitidi e da una crosta di pane appena accennata, e testimonia un linguaggio più asciutto e più sincero.
Muratori Franciacorta Brut DOCG
La progressione ha dato poi spazio al Satèn, caratterizzato da una morbidezza più avvolgente, sostenuta da frutta gialla e da una freschezza che ne impedisce ogni cedimento, una piacevolezza immediata che non rinuncia alla disciplina aromatica.
A seguire il Simbiotico, il Franciacorta senza solfiti che incarna una filosofia radicale, un vino più vicino all’uva, vibrante, diretto, costruito sulla sola materia prima, con una nitidezza che parla di fiducia nella vigna più che di intervento umano.
Muratori Franciacorta Brut DOCG Simbiotico
Il capitolo Metodo Classico si è chiuso con il Millé 2020, che aggiunge profondità e maturità, un naso più ampio, note più ricche, una struttura che avanza con compostezza e trova nella freschezza il suo asse di equilibrio.
Muratori Franciacorta DOCG Brut Millesimato “Millé” 2020
Nuove forme di continuità: i vini fermi
Questo stesso linguaggio trova compimento nei vini fermi del progetto “Nuove forme di continuità”, concepito per dare voce alle parcelle che, negli anni, hanno rivelato un’identità distinta.
Setticlavio, Chardonnay di singola vigna, racconta una mineralità naturale e una freschezza radicata nel suolo morenico, con note di frutti bianchi ed erbe fini che scorrono in maniera lineare e precisa.
Muratori Setticlavio Sebino IGT Chardonnay 2023
Mantorosso Sebino IGT 2022, Pinot Nero da suolo rosso e ambiente boschivo, rivela invece una delicatezza vibrante, una trama tannica sottilissima e una salinità naturale che aggiunge profondità: un vino che vive sul filo dell’equilibrio, come ricorda Cotarella quando afferma che «è come un cavallo di razza… basta niente per sbagliare». Sono vini che non aggiungono peso, aggiungono verità.
Lineup Metodo Classico Muratori alla Masterclass del Merano Wine Festival
Un cambiamento culturale, non solo tecnico
Il percorso guidato da Cotarella che ha portato a questa maturità non è stato solo tecnico, ma soprattutto culturale. Lo ricorda il capostipite e fondatore Bruno Muratori con la lucidità di chi ha vissuto ogni fase di questa transizione: «Ha cambiato il clima dell’azienda: più rigore, più trasparenza, più consapevolezza». È un cambiamento che si percepisce nei vini tanto quanto nelle persone che li producono.
In questa nuova fase, Muratori non ha abbandonato la sua identità, l’ha affinata. Ha scelto un modo diverso di stare nel proprio territorio, più attento ai dettagli, più fedele alle differenze tra le vigne, più rispettoso dei loro tempi. La masterclass di Merano ha mostrato l’esito di questo cammino: vini più nitidi, più profondi, una continuità che non replica, ma va nella direzione della trasformazione coerente, una Franciacorta che non cambia voce, la riscopre.
Tenuta Muratori al tramonto
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