La sedicesima edizione di Slow Wine svela eccellenze che meritano di essere conosciute. La nuova pubblicazione, in vendita dal 15 ottobre nelle librerie e su slowfoodeditore.it, racconta la viticoltura aderente al Manifesto del vino buono, pulito e giusto. Sabato 18 ottobre, in occasione della presentazione, il Superstudio Maxi di Milano si è trasformato in un’enoteca straordinaria: oltre 450 banchi d’assaggio hanno permesso ai visitatori di scoprire più di 900 vini selezionati, tutti proposti direttamente da chi li produce. Vignaioli e vignaiole provenienti da ogni regione italiana hanno portato nel cuore di Milano le eccellenze dei loro territori.
L’iniziativa milanese ha rappresentato una piattaforma di dialogo dove professionisti, operatori e appassionati hanno potuto non solo degustare il meglio della produzione enologica italiana, ma soprattutto confrontarsi con i produttori delle cantine segnalate dalla guida, dibattere questioni decisive per l’avvenire del settore vitivinicolo nazionale e comprendere la dimensione ambientale, economica e sociale di questo comparto. Quest’anno hanno partecipato anche 133 aziende “novità”, quelle assenti nell’edizione precedente, che hanno debuttato alla rassegna milanese con le loro narrazioni, i loro territori e le loro produzioni da esplorare.
L’edizione 2026 introduce un’importante innovazione: l’indicazione della grammatura del vetro delle bottiglie, un dato ora riportato per tutte le etichette recensite che orienta il lettore verso scelte di maggiore sostenibilità, estese oltre il semplice contenuto. Si tratta di una decisione in linea con il percorso intrapreso nell’ultima Slow Wine Fair attraverso la guida Unpacking Wine, che ha acceso i riflettori sull’importanza del packaging e sul suo impatto ambientale. Nello specifico, Slow Wine lancia una call to action che riguarda i vini fermi, invitando i produttori a ridurre il peso medio delle bottiglie da 0,75 l a meno di 450 grammi entro la fine del 2026. Un elemento significativo che si affianca alla certificazione biologica e consolida l’impegno della guida per una viticoltura sempre più consapevole e sostenibile.
I premi speciali
Durante la presentazione di Slow Wine 2026, sono stati annunciati i sette riconoscimenti speciali della sedicesima edizione della guida di Slow Food Editore. Ecco protagonisti e motivazioni.
Premio al Giovane Vignaiolo
Il riconoscimento è andato a Pilar Gritti della Cantina Andrea Pilar di Molino Vitelli (PG), consegnato da Greta Vernazza, Business Unit Italia di Guala Closures. Andrea e Pilar Gritti hanno ereditato l’impresa fondata nella valle del fiume Niccone nei primi anni Novanta dal compianto papà Carlo Massimiliano Gritti e dalla mamma Ursula Schindler, ma sono riusciti a costruirsi un’identità personale attraverso vini da monovitigno caratterizzati da grande libertà interpretativa. L’Umbria del vino ha trovato due interpreti capaci di raccontare in modo inedito le potenzialità non ancora del tutto espresse di un territorio prestigioso.
Premio alla Carriera
Graziano Prà della Cantina Prà di Monforte d’Alpone (VR) ha ricevuto il premio da Winterhalter. Nel 1979, appena conclusi gli studi agrari e il servizio militare, Graziano Prà iniziava a occuparsi della proprietà vitata di famiglia sulle colline del Soave. Tra i soci fondatori della FIVI, Graziano si è battuto contro le logiche di mercato tese a sminuire la qualità del Soave, portando avanti scelte agronomiche controcorrente. Coraggio e rigore hanno ispirato il suo agire anche in cantina: tra i primi a utilizzare il tappo a vite, ha tracciato una strada oggi sempre più apprezzata da altri.
Premio per l’Accoglienza in cantina
Isabella Carpineti della Cantina Marco Carpineti di Cori (LT) ha ottenuto il riconoscimento consegnato da Anna Gioannini, group wellbeing director Reale Mutua. Isabella e Paolo Carpineti, supportati da papà Marco, hanno reso Cori una destinazione enoturistica attraverso visite in cantina e attività nel territorio, tra cui spicca il tour della Tenuta Antoniana, luogo di selvaggia bellezza, ben al di là dell’affascinante vigneto labirinto. I due fratelli sono stati capaci di intercettare i giovani, uno dei maggiori crucci del mondo del vino di oggi; il tutto senza costruire un resort a 5 stelle ma grazie a uno staff sorridente e a tinte decisamente rosa.
Premio per la Viticoltura Sostenibile
Ferdinando Principiano dell’omonima azienda di Monforte d’Alba (CN) ha ricevuto il premio da Gian Luca Zuccarello, commercial premium glass division di Gruppo Saida. In una Langa prospera e sotto i riflettori, Ferdinando Principiano non ha mai perso di vista i valori più saldi di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente, impegnata nella salvaguardia della biodiversità e di un paesaggio agricolo unico. Ferdinando, che ha scelto di ridurre drasticamente le dimensioni aziendali per dare piena coerenza e concretezza alla sua visione, ha preservato boschi, prati e un piccolo laghetto per contrastare l’avanzata della monocoltura e offrire rifugio alla fauna locale.
Premio alla Novità dell’anno
Bruno De Conciliis della Cantina Morigerati di Morigerati (SA) ha ottenuto il riconoscimento consegnato da Elisa Vetrucci, junior sales manager di Bormioli Luigi. Un unico vino da un unico luogo – Morigerati, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano – da un appezzamento in altura caratterizzato da un’incredibile diversità di suoli, mai coltivato prima, se non a seminativi negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Un progetto relativamente recente, con l’eclettico Bruno De Conciliis a capo di “un’armata brancaleone” desiderosa di raccontare la souplesse algida e l’intima essenza mediterranea di uno straordinario vitigno qual è il fiano.
Premio per la Vitalità del Suolo
Valerio Antonioni, fondatore e proprietario di Eventi di Cartone, ha consegnato il premio ad Andrea Dibenedetto della cantina L’Archetipo di Castellaneta (TA). Dopo vent’anni di viticoltura biologica e 5 di conduzione in biodinamica, la famiglia Dibenedetto è approdata all’agricoltura sinergica, raggiungendo una situazione di pieno equilibrio e vitalità del suolo e portando a compimento il ritorno all’archetipo. In questo senso, la non aratura del terreno e la scelta dell’inerbimento permanente hanno facilitato la cooperazione sinergica (e non la competizione) di ogni forma di vita esistente all’interno di un ecosistema complesso come il vigneto.
Premio Slow Wine Coalition alla Solidarietà
Il riconoscimento è stato assegnato all’azienda Calafata di Lucca: a consegnarlo nelle mani del Presidente della cooperativa Marco Bechini è stato Matteo Martelli, direttore di Fieramente. I “mastri calafati” si occupavano di rendere stagne le giunzioni delle chiglie delle imbarcazioni perché potessero di nuovo stare a galla e navigare. Un lavoro paziente, incentrato sui concetti di coesione e costruzione che sono alla base di questa cooperativa agricola di comunità, nata e cresciuta con l’intento di salvare dall’incuria i terreni e di ridare dignità e orizzonti a persone fragili. Un progetto virtuoso che ha messo al centro il fattore umano e ha fatto proprie pratiche sostenibili.
