giovedì, Novembre 21, 2024
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Wine & Spirits: più varietà e novità per contrastare il calo di consumi

L’industria degli alcolici vive una stagione difficile, minata da trend salutisti e dalla diffusione di stili di vita improntati alla moderazione ma anche dal ridimensionamento dei consumi imposto da un’inflazione che incide sulla capacità di spesa. Se si guarda agli Stati Uniti, mercato tra i più significativi, le statistiche ufficiali relative alla distribuzione di vini, birre e distillati parlano di un 2023 dai risultati più deludenti dal lontano 1991.

C’è però un elemento che ancora stimola i consumatori e potrebbe in qualche modo configurarsi come un’opportunità per mantenere vivo l’appeal del segmento Wine & Spirits.

Lo rivela uno studio di Circana, il rapporto State of the CPG Beverage Alcohol Industry, secondo il quale il segreto starebbe nel garantire più varietà e novità. 

In prima linea a fare pressione in tal senso sarebbero i consumatori della Generazione Z di età compresa tra i 21 e i 26 anni esprimendo preferenze per nuove tipologie di profili aromatici, oltre a packaging e formati alternativi. 

I Ready To Drink (RTD) e gli hard seltzer in tal senso si configurerebbero come categoria che potrebbe soddisfare questa istanza. Nonostante le loro vendite stiano diminuendo continuerebbero infatti ad esercitare un forte appeal restando popolari tra diverse fasce d’età e per varie fasce di reddito familiare: ad avere particolarmente successo sarebbero soprattutto le confezioni “varietà”, più ricercate rispetto alle monogusto proprio perché andrebbero incontro al desiderio di esplorare o avere disponibili più alternative.

I cocktail pronti oltre ad essere una soluzione considerata comoda e “portatile” da chi desidera gustarli direttamente senza dover provvedere a miscelare gli ingredienti, offrirebbero una più ampia gamma di sapori e ingredienti che andrebbero a soddisfare le preferenze in evoluzione dei consumatori oltre ad offrire opzioni dal contenuto calorico sempre più differenziato.

Questo scenario avrebbe spinto molte aziende ad impegnarsi nello sviluppo di prodotti “crossover”. L’osservazione riguarda soprattutto i brand nati nel segmento degli analcolici che per cogliere le opportunità emergenti si starebbero spostando verso la categoria opposta conquistando già un nutrito seguito, questo grazie allo studo di packaging diversi da impiegare per le differenti occasioni di consumo e che favoriscono i giovani della generazione Z attratti da soluzioni dal contenuto alcolico più elevato.

Grande attenzione anche rispetto alla varietà dei profili aromatici, agli ingredienti che dovrebbero essere di prima qualità e agli imballaggi che preferiti se sostenibili, elementi da tenere in considerazione per elevare l’offerta. L’innovazione sul fronte del packaging è considerato quindi un aspetto che influenza le scelte di acquisto e sul quale poter lavorare per trattenere i consumatori all’interno del segmento.

Sia nel mondo birra che in quello vino il rapporto evidenzierebbe poi la tendenza a passare da opzioni di valore medio a opzioni premium, rinunciando magari alla quantità e prediligendo la qualità.

I consumatori della Generazione Z di età compresa tra i 21 e i 26 anni tenderebbero a preferire i vini spumanti e quelli con note fruttate e dolci, rispetto alla birra mostrerebbero una preferenza per una serie di distinte opzioni, dalle alternative aromatizzate ai marchi più economici.

L’analisi punta i riflettori anche sul tema inflazione, secondo il rapporto nell’ambito dei settori alimenti e bevande quello degli alcolici seppur colpito sarebbe il segmento che avrebbe registrato l’incremento dei prezzi minore, questa stabilità offrirebbe agli esperti di marketing la possibilità di enfatizzare il valore, migliorare le esperienze nei punti vendita e accrescere il coinvolgimento anche attraverso l’utilizzo di app e social media.

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