martedì, Dicembre 3, 2024
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Le Donne del Vino e AIS insieme per le sommelier del futuro

Presentato lunedì a Vinitaly «Essenze di Vite», il nuovo progetto formativo che vede alleati l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino e l’Associazione Italiana Sommelier.

L’iniziativa prevede la formazione gratuita di sette giovani donne, selezionate in collaborazione con gli Istituti Alberghieri e Turistici. Le beneficiarie avranno l’opportunità di frequentare i tre livelli del corso per sommelier, acquisendo una preparazione di alto livello nel mondo del vino.
Un progetto che nasce per valorizzare il talento e la professionalità delle donne sommelier, promuovere la rappresentanza femminile nel settore del vino, e per dare un’opportunità professionale a giovani che vogliono costruirsi un futuro. Un’iniziativa nata per ricordare concretamente due Donne de Vino, Donatella Briosi e Marisa Leo, vittime di violenza, donne solari e positive che, della loro passione, avevano fatto una professione.

«Le donne sono circa il 30% dei sommelier italiani – ricorda Daniela Mastroberardino, presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino – e continuano ad aumentare nei corsi per chi assaggia e serve il vino così come fra gli studenti delle scuole alberghiere. Da sempre sono più attente all’abbinamento cibo-vino. Fra le Donne del Vino sono circa il 10% delle socie, molte meno delle produttrici, ma comunque tante e autorevoli. Tuttavia la presenza femminile fra chi si occupa del vino nelle sale dei ristoranti è ancora scarsa specialmente fra i “main chef sommelier” cioè i manager di strutture grandi. Con questo progetto vogliamo aiutare giovani donne a trasformare una passione in un lavoro».

L’approccio, trasparente e meritocratico, prevede la selezione delle beneficiarie attraverso criteri rigorosi che includono l’iscrizione a un Istituto Alberghiero o Turistico, eccellenti risultati scolastici, e passione per il vino.
«L’Italia è tra gli stati con la maggiore percentuale di donne al timone di aziende vitivinicole, circa il 25 per cento; una cifra incoraggiante ma non sufficiente – dice il presidente nazionale AIS Sandro CamilliAttraverso la formazione e il sostegno a giovani talenti femminili, vogliamo valorizzare la diversità e l’eccellenza che contraddistinguono il mondo del vino. La collaborazione con le Donne del Vino rappresenta per AIS una partnership strategica verso un futuro in cui le donne sommelier apporteranno sempre di più una prospettiva unica e preziosa al settore, e noi siamo lieti di contribuire alla loro crescita professionale».

Giuseppe Baldassarre, Consigliere Nazionale AIS e coordinatore della Commissione Tecnico-Scientifica di AIS, è stato incaricato di seguire il progetto: «Accolgo con grande entusiasmo l’iniziativa, che rappresenta un’ulteriore opportunità per affermare la natura aperta, inclusiva e creativa delle nostre associazioni. Il mondo del vino, come ogni ambito della società, della cultura e del lavoro, ha un bisogno impellente del talento femminile e del suo ingegno. Questo progetto, pur nella sua semplicità, assume un valore straordinario: crea attenzione, e offre spazio e opportunità a giovani donne che, per diverse ragioni, potrebbero non aver avuto accesso alla formazione in questo settore. Grazie a questa iniziativa, potranno acquisire competenze di alto livello, aprendosi la strada verso un futuro professionale nel campo dell’enogastronomia».

UN PO’ DI NUMERI

In Italia, secondo dati ISTAT, le sommelières rappresentano circa il 30% del totale; tuttavia, sono ancora troppo poche a occupare ruoli apicali. I numeri, però, sono in crescita da almeno tre decenni: secondo uno studio della Università Bocconi, dal 1981 al 2011 l’occupazione femminile nel settore è passata dal 29,6 al 41,7%.
I settori del marketing e della comunicazione sono preponderanti, seguito da quello commerciale; in coda l’ambito produttivo, enologico e agronomico, cui comunque le donne contribuiscono per il 28% del PIL agricolo. A un’analisi più approfondita emerge una correlazione significativa tra la presenza femminile nel management delle cantine e l’adozione di politiche aziendali orientate alla qualità, alla sostenibilità e all’internazionalizzazione. L’esempio di queste cantine dimostra come la diversità e l’inclusione non solo arricchiscono il settore del vino, ma contribuiscono attivamente alla sua crescita sostenibile e al successo nel panorama internazionale.

LE ASSAGGIATRICI DEI CONCORSI

In Giappone il principale concorso enologico Sakura ha una giuria interamente femminile. Poi ci sono il National Women’s Wine Competition “Wine Women Wont” Santa Rosa California dove i vini sono giudicati alla cieca da esperte. Ci sono poi Femmes et Vins du Monde del Principato presieduta dall’enologa Régine Le Coz. Per Feminalise, in Francia, i vini sono assaggiati alla cieca da 350 esperte. Premios Vino y mujer nato nel 2007 vede una giuria di donne giudicare vini fatti dalle donne. Women’s Wine & Spirits Awards ha visto la sua prima edizione 2018 a Londra; la giuria è composta da 100 buyer e esperte donne. Altra curiosità: il Wset – Wine & Spirit Education Trust, con corsi in 70 Paesi del mondo, ha mostrato come nel 1970 le donne costituissero il 10,6% dei diplomati mentre nel 2018 fossero il 42,8%.

UN PO’ DI STORIA AL FEMMINILE

La prima sommelier donna in Italia è stata la milanese Maria Luisa Ronchi, diplomata sommelier AIS nel 1969, seguita dalla piemontese Laura Pesce nel 1972, entrambe con una lunga militanza nelle Donne del Vino. La sarda Lucia Pintore è stata la prima campionessa italiana dei sommelier nel 1987, anche se prima di lei Franca Rosso di Tavagnacco (Udine) arrivò a pari merito con un uomo sommelier nel 1975. La prima presidente donna di un’associazione di sommelier è Graziella Cescon nel 2015 e il primo direttore di una testata dei Sommelier è stata Marzia Morganti nel 2003.

NELLE MARCHE LA CONVENTION NAZIONALE DELLE DONNE DEL VINO

«Ringrazio tutte le Donne del vino d’Italia per aver scelto le Marche, terra del benessere, che offre la possibilità di una vita un po’ più sostenibile, di aver scelto la nostra regione per la convention nazionale dal 20 al 24 giugno prossimi». Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Andrea Maria Antonini, intervenendo alla presentazione nella Sala Raffaello dello spazio delle Marche a Vinitaly, alla presentazione del meeting annuale dell’Associazione delle Donne del Vino.
«Le Marche sono un po’ fuori dalle rotte classiche del turismo, ma è una regione che deve essere riscoperta per il grande patrimonio artistico, architettonico, culturale ma anche naturale e paesaggistico – ha proseguito l’assessore Antonini – e la legge sull’enoturismo che abbiamo promulgato è l’occasione per far conoscere il territorio attraverso il vino».

Il programma della Convention nazionale, svelato da Daniela Sorana, delegata marchigiana delle Donne del Vino, toccherà diversi punti del territorio marchigiano.
«Non è stato difficile essere coinvolte dall’entusiasmo di Daniela Sorana, delegata delle Donne del Vino per le Marche e delle vice-delegate Nazzarena Ceci Togni e Stefania Palazzeschi – ha affermato Francesca Severini della Direzione Sviluppo rurale di Regione Marche -. Il programma è di alto profilo e tocca i temi che stiamo affrontando anche durante questa 56ª edizione di Vinitaly, come l’integrazione dei produttori, l’accoglienza in cantina, così come aspetti più tecnici che riguardano i cambiamenti climatici e che richiedono un monitoraggio attento e un’attività di ricerca e di sostegno anche da parte dell’amministrazione pubblica».
Per la vicepresidente vicaria dell’associazione nazionale Le donne del vino, Francesca Poggio, «saranno quattro giorni di confronti, di rete, di progetti per il futuro, all’insegna delle donne imprenditrici e del vino».

La Convention nazionale dell’Associazione delle Donne del Vino (dal nome evocativo “Le Marche le scoprirai all’Infinito”) sarà itinerante e toccherà, fra le diverse bellezze turistiche e cantine, Ascoli Piceno, Recanati, Jesi, Senigallia, Pesaro, le Grotte di Frasassi, Fabriano, il Santuario di Loreto, la Riviera del Conero.

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