giovedì, Dicembre 5, 2024
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Il vigneto del futuro è high tech

La vitivinicoltura attraversa una fase di profondi cambiamenti dettati dalla combinazione di numerosi fattori che negli ultimi anni hanno determinato un mutamento repentino degli scenari accelerando processi che incidono fortemente sull’organizzazione del lavoro e sulle stesse rese produttive.

Dal climate change, che rende la gestione del vigneto più impegnativa richiedendo anche una maggiore reattività e rapidità di intervento, alle nuove tendenze di consumo che oltre a portare alla contrazione della domanda strizzano l’occhio a fasce di prodotto caratterizzate da una componente alcolica contenuta, alla stessa crisi inflattiva, con l’incremento del costo delle materie prime cui si aggiunge la cronica mancanza di manodopera, la matassa è sempre più ingarbugliata per un settore che rappresenta un ambasciatore del Made in Italy nel mondo ma che ha bisogno di evolvere per riuscire a gestire tutta questa complessità.

Oggi non si può che guardare a tecnologie ed innovazione come leva strategica per affrontare le nuove sfide, un binomio per certi versi salvifico nella misura in cui esprime un potenziale da mettere in campo per sostenere il tessuto produttivo. Ma come si traduce tutto questo in termini di supporto alla quotidiana gestione di un vigneto?

In primis abbracciare le nuove tecnologie significa dare spazio all’impiego di Sistemi di Supporto alle Decisioni (Dss), piattaforme digitali basate su modelli sofisticati che simulano la biologia delle viti e dei patogeni come oidio, peronospora, botrite, black rot che possono colpire il vigneto.

Partendo dall’elaborazione dei dati meteorologici raccolti in campo, questi modelli sono in grado di valutare il livello di rischio relativo allo sviluppo delle malattie e forniscono input anche sui principali insetti come la tignoletta o la cicalina della vite, vettore della flavescenza dorata.

Grazie ai sistemi Dss il viticoltore ha sempre un occhio attento sui propri vigneti e informazioni dettagliate sulle base delle quali prendere delle decisioni consapevoli, approntando una difesa efficace e salvando il raccolto.

Altro campo di applicazione è quello degli indici di vegetazione che forniscono una descrizione dello stato del vigneto. Grazie a sensori termici, multispettrali e iperspettrali, montati su satelliti, droni o trattori vengono raccolti dati preziosi su diversi parametri successivamente elaborati in mappe che ne descrivono l’andamento.

Un esempio di questi parametri è l’NDVI (Normalized Difference Vegetation Index) che descrive il livello di vigoria della coltura.

Quando le rilevazioni evidenziano in una determinata zona del vigneto un valore significativamente più basso rispetto alla media significa che sono presenti problemi nello sviluppo vegetativo, che possono essere causati da fattori molto diversi come stress nutrizionali, attacchi parassitari, forti danni da grandine o gelata.

Una volta ricevuta questa informazione mirata e circoscritta il viticoltore può intervenire tempestivamente per gestire il problema agendo solamente in quelle parti del campo che richiedono supporto, con una ottimizzazione delle risorse impiegate – nota anche come distribuzione a rateo variabile degli input. Concimi, acqua, agrofarmaci, trattamenti per i patogeni saranno impiegati e destinati solo laddove strettamente necessario con il risultato di avere a fine anno una gestione ottimale degli input a fronte di un output rappresentato da produzioni di qualità costante ed elevata.

Last but non least anche la robotica, per quanto ancora in uno stato embrionale del suo sviluppo, potrà dare in prospettiva un suo contributo rispetto ad un’altra criticità emergente del mondo vitivinicolo, la difficoltà di reperimento di manodopera. 

Già oggi molti trattori sono dotati della guida autonoma in campo aperto ma presto sarà possibile arrivare all’esecuzione di più task introducendo i robot agricoli, rover in grado di muoversi autonomamente in campo senza la supervisione di un umano e di portare a termine specifiche attività come il diserbo meccanico (che riduce l’impronta carbonica eliminando l’impiego di erbicidi), la spollonatura o la defogliazione, attrezzature elettriche in grado di acquisire dati e di gestire con un’ottica di precisione e sostenibilità il vigneto high tech del futuro.

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