Non è un segreto che il comparto vitivinicolo italiano stia attraversando una fase di forte instabilità, con dinamiche di mercato sempre più complesse e segnali di rallentamento sia sul fronte interno che su quello internazionale.
Il settore si trova oggi a fare i conti con una domanda in calo, influenzata da fattori economici e da una crescente attenzione dei consumatori verso stili di vita più salutisti, mentre a livello globale il commercio soffre le conseguenze di crisi geopolitiche, barriere doganali e tensioni commerciali.
La cartina di tornasole è rappresentata dai dati sull’accumulo di vino invenduto nelle cantine. Secondo il report aggiornato di “Cantina Italia” a cura dell’Icqrf al 30 giugno 2025 risulterebbero stoccati ben 43,6 milioni di ettolitri con la nuova vendemmia alle porte.
Enoteche: termometro del mercato e punto di contatto col consumatore
In questo contesto dominato dall’incertezza anche l’andamento di uno dei canali privilegiati della distribuzione, quello delle enoteche, rifletterebbe fedelmente le difficoltà del comparto.
È quanto emerge dall’indagine condotta da Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane presieduta da Andrea Terraneo, analisi che ha coinvolto oltre 120 realtà distribuite su tutto il territorio nazionale.
Ad essere dipinto è il quadro di un’estate 2025 dalle performance incerte con il 41,7% degli operatori che avrebbe registrato un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre un altro 41,7% avrebbe indicato stabilità e solo il 16,7% si sarebbe sbilanciato parlando di miglioramento.
Tendenze analoghe si riscontrerebbero nel bilancio del primo semestre dell’anno dove il 50% degli intervistati segnalerebbe un calo delle vendite, il 33,3% indicherebbe stabilità e solo il 16,7% un aumento.
Le preferenze dei consumatori: i bianchi fermi vincono la stagione
Tra i cambiamenti più evidenti emergerebbe una crescente predilezione per i vini bianchi fermi, indicati dal 50% delle enoteche come la tipologia più richiesta nell’estate 2025, a seguire gli spumanti (25%), i rosati (16,7%) e infine i rossi, che si fermerebbero all’8,3%.
Proprio i rosati, nonostante le attese degli anni scorsi, sembrerebbero aver perso slancio con il 58,3% degli operatori che ne rileverebbe un calo nei consumi a fronte di un modesto 25% che segnalerebbe un aumento.
Uno sguardo al futuro: tra incertezze e speranza
Nonostante il panorama attuale l’orizzonte per l’ultimo trimestre dell’anno sembrerebbe offrire qualche spiraglio.
Secondo il “barometro” di Vinarius, il 33,3% delle enoteche metterebbe in conto un miglioramento delle vendite nei prossimi mesi mentre il 25% si aspetterebbe una situazione stabile. Il 41,7% resterebbe tuttavia pessimista, segno che la fiducia, seppur in lieve ripresa, è ancora fragile.
In un momento così delicato le enoteche si confermano comunque osservatori privilegiati dei mutamenti nel gusto e nelle abitudini dei consumatori, oltre che anelli fondamentali della catena distributiva. Un canale che, pur tra mille difficoltà, continua a rappresentare un presidio culturale e commerciale del vino italiano.
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