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Casale del Giglio presenta le nuove annate a Napoli con un incontro speciale tra storia, tradizione e gusto

Casale del Giglio ha scelto le suggestive atmosfere di Palazzo Cappuccini Art Relais per celebrare a Napoli, il 14 aprile scorso, uno speciale connubio tra storia, tradizione e gusto: Il Cappelletto di Ferrara dell’Agro Pontino ha infatti incontrato le nuove annate dell’azienda vitivinicola laziale in un evento che ha unito il calore della convivialità al fascino di un racconto lungo quasi un secolo.

Risale a quasi cento anni fa la migrazione di un nucleo di famiglie del Nord-Est italiano, che, in cerca di nuove opportunità, arrivarono nell’Agro Pontino per contribuire alla bonifica delle paludi. Con loro portarono il cuore della propria cultura: i dialetti, le storie e, soprattutto, la cucina. Tra i piatti che hanno viaggiato verso Sud i cappelletti di Ferrara che hanno trovato una nuova dimora, arricchendosi nel tempo dei sapori autentici delle materie prime locali.
Oggi, quella tradizione rivive ancora intatta, segno di un legame profondo tra passato e presente che Casale del Giglio ha scelto di raccontare in una giornata pensata per emozionare.

Fondata nella seconda metà del Novecento da Dino Santarelli, l’azienda vitivinicola nasce proprio in questo territorio “nuovo”, fertile di idee e di potenzialità. È però con la visione di suo figlio Antonio e del talentuoso enologo Paolo Tiefenthaler che si trasforma in una fucina di innovazione con vini dai nomi antichi, ad evocare la storia del Lazio e della sua civiltà millenaria, che guardano al futuro.

La giornata si è aperta nella “Sala del Pianoforte”, dove il pubblico è stato accolto dalle giornaliste Laura Gambacorta e Maria Corsetti insieme a Tommaso Luongo, Presidente AIS Campania, e ad Antonio Santarelli, mente e cuore pulsante di Casale del Giglio.

Antonio Santarelli, Laura Gambacorta, Tommaso Luongo

Poco dopo, la Signora Fiorella Guerzi, una vera “sfoglina“, ha dato vita ad una dimostrazione della preparazione del Cappelletto di Ferrara, trasmettendo con gesti misurati e appassionati tutto il sapere di generazioni, rituali che profumano di casa e di domeniche in famiglia.

Non poteva mancare il viaggio sensoriale attraverso le nuove annate di Casale del Giglio con la sommelier Alessia Perin che ha presentato ogni etichetta con passione e competenza.

Protagonisti del pranzo il Cappelletto di Ferrara in Brodo di Gallina abbinato a due distinte espressioni dell’autoctono Bellone che lo fanno appezzare nella sua versatilità e nel potenziale evolutivo, Anthium 2024 e la riserva Radix 2020; a seguire il Bollito di Manzo con Giardiniera, Mostarda, Cipolline Caramellate e Grana preparato da “Sabaudia Nostrana” di Gianluca Mastracci abbinato all’altro autoctono, questa volta a bacca rossa, il Cesanese Matidia 2023 e a Mater Matuta 2019, blend di Syrah e Petit Verdot. A chiudere in dolcezza, una fragrante Sbrisolona abbinata ad Aphrodisium 2022, il passito laziale da uve Petit Manseng, Greco, Fiano e Viognier.

L’evento ha saputo raccontare molto più di un semplice abbinamento enogastronomico: è stato un tuffo nel passato, un brindisi alla memoria e una celebrazione dell’identità di un territorio che, grazie a realtà come Casale del Giglio, continua a reinventarsi nel solco della sua storia.

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