lunedì, Febbraio 24, 2025
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Tiziano Bellini e la sua ‘Cantina dell’Innovazione’ a Slow Wine Fair 2025

Tiziano Bellini presenta i suoi vini artigianali a Slow Wine Fair 2025, unendo innovazione e tradizione con una filosofia sostenibile.

Dal 23 al 25 febbraio 2025, Bologna ospiterà la Slow Wine Fair, l’evento internazionale dedicato alla viticoltura sostenibile. La manifestazione riunirà produttori, esperti e appassionati di vino, tutti accomunati dalla volontà di promuovere un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della biodiversità. Tra i protagonisti di questa edizione spicca Tiziano Bellini, fondatore di una cantina innovativa nel cuore della Lombardia.

Il percorso di Tiziano Bellini: da manager a vignaiolo

Bellini vanta una carriera di successo nel mondo della finanza, con esperienze internazionali a Londra, Dubai e in Malesia nel settore del risk management. Nonostante il prestigio raggiunto, ha deciso di intraprendere un nuovo cammino: senza abbandonare il settore bancario, ha fondato “La cantina dell’innovazione” a Sabbioni, un piccolo borgo della provincia di Mantova, per dedicarsi alla viticoltura naturale.

Un terroir unico per vini d’eccellenza

I vigneti di Bellini sorgono su terreni ricchi di storia, nella piana formata dalle esondazioni del fiume Po. Il suolo, composto da una combinazione di argilla, sabbia e calcare, offre condizioni ideali per la produzione di vini di alta qualità. Questo terroir permette di ottenere prodotti capaci di conquistare i palati più esigenti, anche oltre i confini italiani.

Sostenibilità e innovazione al centro della produzione

La filosofia di Bellini si basa su una viticoltura sostenibile e attenta all’ambiente. I suoi vigneti sono gestiti secondo i principi dell’agricoltura circolare, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale e favorire la biodiversità. La vinificazione avviene nel rispetto della tradizione, con fermentazioni spontanee e affinamenti che combinano tecniche innovative e metodi classici.

Vini che raccontano il territorio

Le varietà coltivate sono selezionate con cura per esaltare le caratteristiche del territorio: Ancellotta, Grappello Ruberti, Pinot Nero e Chardonnay. Il Grappello Ruberti è la base per le bollicine di Bellini, mentre il Pinot Nero e lo Chardonnay vengono utilizzati per la produzione di spumanti metodo classico. Ogni bottiglia racconta una storia di passione e ricerca della qualità.

Un legame profondo con la famiglia e la terra

La cantina dell’innovazione” non è solo un nome, ma un concetto che guida ogni aspetto della produzione. Anche le etichette riflettono questo legame con il territorio e la famiglia: i vini portano i nomi di luoghi simbolici del mantovano e di persone care, come “Giorgio”, dedicato al padre, e “Annunciata”, in onore della madre.

Presenza internazionale e riconoscimenti

I vini di Tiziano Bellini hanno già conquistato una clientela attenta alla qualità e alla sostenibilità, trovando spazio nei ristoranti di prestigio in Italia, Spagna, Canada e Regno Unito. Alla Slow Wine Fair 2025, presso il Padiglione 20 | C2 Desk 25, i visitatori potranno degustare i suoi prodotti e scoprire la storia di un vignaiolo che ha saputo trasformare la sua passione in un’eccellenza del panorama enologico.

Tiziano Bellini è un manager riconosciuto a livello internazionale per innovazione e pragmatismo. Ha trascorso diversi anni nella City di Londra ricoprendo importanti ruoli nelle più prestigiose istituzioni finanziarie globali. Ha insegnato in università del calibro della London School of Economics, Imperial College ed ha scritto diversi libri diventati un punto di riferimento per i risk manager di tutto il mondo. Tiziano ha deciso di rientrare in Italia per realizzare il sogno della vita: “La cantina dell’innovazione”. L’idea di “sporcarsi le mani” per produrre vino ha preso forma in Sabbioni di Viadana, un piccolo centro in Provincia di Mantova. Il leit-motiv della sua avventura è valorizzare e riscoprire un territorio i cui vitigni erano già celebrati dal poeta Virgilio. A dir poco sfidante impiantare vitigni quali Pinot Chardonnay e Pinot Nero a una altezza di 14 metri sul livello del mare. Ardita l’idea di produrre bollicine con metodo classico nel parco naturale dove il fiume Oglio confluisce nel Po, così come la realizzazione di uno “sforzato” da uve Ancellotta abitualmente usate come uve da taglio. Condivide con la famiglia il sogno di restituire un volto umano ai sapori della vita con vini ambasciatori dell’estro inventivo italiano nel mondo. I riconoscimenti già ottenuti, come Decanter World Wine Awards, già attestano il valore di questa nuova impresa “Made in Italy”.

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