mercoledì, Febbraio 5, 2025
HomeAmbiente e SostenibilitàLa Borgogna affida ad un Carbon Project Manager i suoi ''obiettivi climatici''

La Borgogna affida ad un Carbon Project Manager i suoi ”obiettivi climatici”

 Il 2024 è stato molto impegnativo per la Francia enoica che si è trovata ad affrontare una delle stagioni vitivinicole più difficili degli ultimi decenni. Il calo drastico della produzione colloca l’annata tra le più scarse dalla Seconda Guerra Mondiale.

Non fa eccezione la Borgogna dove i viticoltori hanno dovuto cimentarsi con diverse sfide nelle varie fasi del ciclo di crescita: dalle precipitazioni superiori alla media e distribuite in modo disomogeneo, alle gelate e grandinate localizzate che hanno determinato gravi danni come ha confermato il Presidente dell’Ufficio Interprofessionale dei vini della Borgogna (Interprofessional Bureau of Burgundy Wines – BIVB) Laurent Delaunay. 

Le fluttuazioni climatiche hanno creato terreno fertile per le malattie della vite, richiedendo un impegno straordinario per proteggere il raccolto e solo grazie ad un’attenta cernita e un meticoloso lavoro di vinificazione si potrà esprimere un potenziale atteso che è comunque di grande livello.

Tutto questo ha acuito la sensibilità sul tema dell’impegno per arginare gli effetti del cambiamento climatico rispetto al quale il BIVB si sta muovendo con determinazione: poche settimane fa infatti è stato nominato un “Carbon Project Manager” per guidare la Borgogna vitivinicola nell’attuazione del suo progetto “Objectif Climat” che concretamente si tradurrebbe in una riduzione delle emissioni di gas serra del 60% in 10 anni passando da 380.000 a 150.000 tonnellate annue.

L’idea è quella di orientare gli sforzi in maniera sinergica dal momento che senza una visione di insieme ed un coordinamento è difficile procedere verso la meta. È fondamentale avere un centro propulsore che svolga un’attività di comunicazione, informazione e sensibilizzazione continua ma anche di mediazione e facilitazione con i vari attori della filiera produttiva e i relativi partner.

L’incarico è stato assunto da Mathieu Oudot, ingegnere agronomo, che, appena arrivato, ha attivato la rete di consulenti enologici costruita in 10 anni presso la Chambre d’Agriculture de Saône et Loiree e poi durante il suo periodo presso il centro sperimentale della Vinipôle de Davayé. 

Oudot riconosce la necessità di riportare l’attenzione dei viticoltori in maniera sistematica sulle registrazioni da effettuare su una piattaforma, WinePilot, che l’organizzazione interprofessionale sta implementando da un anno. Si tratta di uno strumento di raccolta di informazioni utile per tracciare le attività svolte tempo per tempo e monitorare la propria impronta di carbonio adottando conseguentemente misure per contenerla. Presi dalla lotta contro la peronospora, meno di cento viticoltori sui 3.600 della regione si sono presi il tempo per dedicarsi all’aggiornamento dei dati su cui è necessario focalizzarsi nuovamente.

Mathieu Oudot

Le priorità nel programma ad oggi sono due: la riduzione del peso delle bottiglie e la decarbonizzazione dei trasporti. Oudot sottolinea che contenere il peso delle bottiglie dal un lato è fondamentale perché l’imballaggio è l’elemento più incisivo in termini di emissioni di CO2 (25%) dall’altro è anche semplice perché basta passare da una media di 559 gr per bottiglia a meno di 400 gr. Anche l’utilizzo di vetro riciclato è visto come una pratica da favorire dal momento che consuma molta meno energia rispetto al vetro nuovo. 

In generale il messaggio che Oudot ci tiene a far passare è che modificare lo spessore del vetro non toglierà nulla alla qualità dei vini avendo degli effetti invece importanti sulla salute del pianeta, tema caldo dal momento che le resistenze sull’argomento sono ancora molto forti. Sono ancora in tanti a pensare che una bottiglia leggera sia più fragile o che i consumatori non la vogliano. Da qui la necessità di continuare a comunicare, acquisire dati e produrre contenuti per far sì che le cose possano cambiare. 

Quest’anno Oudot vuole affrontare anche il tema dei trasporti, che incidono per il 16% sulle emissioni di CO2. L’idea è quella di sostituire l’aereo con mezzi alternativi a basse emissioni di carbonio, come le navi, e in quanto organizzazione interprofessionale il BIVB potrà mettere in contatto le persone giuste svolgendo il ruolo di facilitatore, catalizzatore e acceleratore della transizione, quello di cui la Borgogna, come molti altri territori, ha bisogno per orientare gli sforzi di tutti i viticoltori in un’unica direzione.

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it

RELATED ARTICLES
Google search engine

ARTICOLI PIU' LETTI

COMMENTI PIU' RECENTI