mercoledì, Aprile 2, 2025
HomeIstruzione e FormazioneVino: ripensare la formazione per sostenere la crescita del settore vitivinicolo

Vino: ripensare la formazione per sostenere la crescita del settore vitivinicolo

Uno studio di Areni Global fa luce su alcuni punti degli attuali modelli formativi dedicati al mondo enoico, evidenziando la necessità di competenze trasversali

Se c’è un tema che ricorre spesso quando si parla di sfide per la crescita e l’evoluzione nel mondo del vino è senz’altro quello della formazione, nota dolente per i più, in particolare per le aziende che, trovandosi ad affrontare una fase storica particolarmente complessa, dove a profondi cambiamenti di tipo strutturale si somma una condizione di perenne instabilità legata agli scenari macroeconomici e geopolitici, lamentano la difficoltà ad individuare figure professionali in grado di supportarle in modo efficace nei propri progetti ed in particolare nelle attività di vendita.

Al quesito su come si possa intervenire per invertire la tendenza e ripensare la formazione in modo mirato e funzionale alle esigenze emergenti prova a rispondere Areni Global, think tank indipendente dedicato al futuro del vino pregiato, con un white paper dal titolo “Rethinking Education: Shaping the Future of the Wine Trade”.

Il focus dello studio durato diciotto mesi lascia fuori i temi della viticoltura e della produzione vitivinicola per restare volutamente confinato nel campo dell’istruzione. Sono stati intervistati accademici e responsabili dei programmi MBA, enti di certificazione, formatori, figure già impiegate professionalmente nel settore enoico e recruiter per comprendere quali fossero profili e competenze più difficili da trovare.

La ricerca parte da una osservazione significativa: l’industria del vino sarebbe ancora considerata una dimensione molto attraente dal punto di vista professionale. Lo dimostrerebbe la crescita del numero di persone interessate ad imparare e a formarsi in materia di vino. Un esempio concreto sarebbero i dati diffusi dal Wine & Spirits Education Trust (WSET) che a settembre 2024 avrebbe registrato un incremento del 15% dei candidati al suo Diploma a livello globale, una situazione che pare accomuni l’intero panorama dell’istruzione enoica.

Ma se la platea di persone impegnate in percorsi formativi si allarga, come mai si avverte la carenza di talenti e figure professionali valide e competenti? La risposta potrebbe risiedere, secondo lo studio di Areni Global, nel mix di competenze sviluppate dagli attuali modelli di formazione professionale che potrebbero rappresentare la causa del corto circuito.

Attraverso una serie di workshop e interviste faccia a faccia sono stati raccolti dei questionari dalla cui elaborazione è emerso che ad oggi sia l’istruzione sul vino che la stessa vendita sono molto focalizzati sulla conoscenza del prodotto. La maggior parte dei profili (88%) dimostrerebbe infatti di avere un’ottima conoscenza di base su come viene prodotto un vino, sulla sua provenienza, sulla distinzione di ciascuna etichetta rispetto ad altre, elementi sicuramente essenziali per la vendita, ma in termini di capacità di degustazione e di conoscenza della distribuzione il campo delle risorse qualificate si restringerebbe sensibilmente (55%).

A mancare sarebbero competenze meno verticali sulla materia enoica e di respiro più ampio come la sensibilità ai temi finanziari, la formazione in materia di project management, l’approccio strategico alle decisioni, oltre alle capacità in termini di comunicazione, cioè saper ascoltare, parlare e scrivere. Per i recruiter scarseggerebbero professionisti delle vendite e persone in grado di comprendere ricerche sui consumatori e analisi dei dati, motivo per il quale bisognerebbe lavorare per farsi che ad una sana passione per il vino e relativa conoscenza possano essere sommate anche competenze nel marketing.

La conclusione cui arriva la ricerca è che per mantenere la redditività a fronte degli scenari turbolenti che si configurano all’orizzonte, il mondo del vino ha bisogno di candidati che ad una buona conoscenza del prodotto aggiungano professionalità, eccellenti capacità interpersonali e flessibilità. Creare programmi educativi che bilancino la conoscenza del vino e le competenze aziendali trasversali risulterebbe vitale per il futuro del settore.

Leggi la notizia anche su Horecanews.it

RELATED ARTICLES
Google search engine

ARTICOLI PIU' LETTI

COMMENTI PIU' RECENTI