Amalberga, realtà vitivinicola di Ostuni (Brindisi), punta a riscoprire e valorizzare la Doc Ostuni, denominazione dal forte potenziale ancora inespresso. Nato dalla passione di Dario De Pascale e dagli amici e soci Roberto Fracassetti e Roberto Candia, insieme agli enologi Valentino Ciarla e Gloria Battista, il progetto vuole elevare l’enologia ostunese e rivalutare il territorio attraverso un’ampia gamma di attività che combinano enogastronomia, ospitalità e vini biologici d’eccellenza. L’azienda farà il suo debutto ufficiale nel panorama enologico durante Vinitaly 2024.
Nonostante il completamento della struttura sia in programma entro l’estate 2024, il progetto Amalberga è stato avviato più di 10 anni fa con obiettivi chiari e innovativi per la denominazione e per il territorio: la creazione di un’azienda vitivinicola contemporanea nei vini, nell’architettura e nell’accoglienza. “La cantina è progettata con uno sguardo al futuro e alla sostenibilità – spiega Dario De Pascale, titolare dell’azienda – rispettando il suolo e puntando all’efficienza energetica e al bilancio idrico a zero perdite tramite la raccolta di tutte le acque piovane in ampie cisterne e il riutilizzo di quelle impiegate nelle diverse attività. Infatti abbiamo voluto situare la parte produttiva nel sottosuolo per sfruttarne le temperature costanti, consentendo vinificazioni ottimali e limitando notevolmente l’uso della climatizzazione artificiale”.
L’area dedicata all’accoglienza, invece, si troverà al piano terra e sarà caratterizzata da linee pulite che si inseriranno in un giardino di oltre 6000 mq popolato da alberi di quercia, olivi secolari, muri a secco, trulli, piccoli boschi e orti, creando così un equilibrio armonioso tra modernità e natura. Per promuovere un’ospitalità specchio del territorio, il wine bar e il punto vendita saranno situati in un antico trullo saraceno restaurato.
“Con il progetto Amalberga – aggiunge De Pascale – ci impegniamo a realizzare un ambiente della comunità e per la comunità: un luogo aperto e inclusivo, dove possano nascere nuove idee e sinergie tra l’azienda, le persone e il territorio circostante”.
La produzione enologica racconta la denominazione attraverso due referenze che grazie all’enologo Valentino Ciarla – che dal 2017 ricopre un ruolo attivo nella creazione di vini verticali ed eleganti – comunicano l’identità del territorio: Stùne Ostuni Bianco Doc e Stùne Ottavianello Ostuni Rosso Doc. Nel processo di valorizzazione dell’enologia ostunese si inserisce una speciale interpretazione della Verdeca che, forte di un terroir unico e proveniente da vigneti di oltre sessant’anni, si esprime un bianco espressivo, strutturato e di grande freschezza. A questi si aggiungono i vini da uve autoctone Primitivo, Negroamaro Rosato e Susumaniello.