VINO E DINTORNI – Quando si parla di cambiamento climatico e dei relativi effetti si toccano corde molto sensibili per il mondo della viticoltura: variabilità delle condizioni metereologiche, caldo estremo e siccità rendono sempre più difficile allevare la vite in molte regioni del mondo con risvolti importanti nelle produzioni: le fluttuazioni nelle temperature sono infatti responsabili di sapori, gradazione alcolica e persino del colore dei vini.
Con il riscaldamento globale e la minore disponibilità di acqua in molte aree del mondo le caratteristiche dei singoli vini stanno cambiando e secondo diversi studi scientifici nel caso in cui non si riuscisse a contenere a lungo termine l’aumento della temperatura al di sotto della soglia di 2°C oltre i livelli pre-industriali (quella fissata dall’accordo di Parigi sul clima) fino al 70% delle regioni vinicole potrebbe non essere più idoneo alla produzione di vino.
Senza scomodare scenari apocalittici ma ai quali comunque il pianeta resterebbe esposto senza un ravvedimento nelle pratiche attuali, la situazione odierna richiede risposte per approcciare un contesto climatico complesso e così arrivano progetti come InnoNDA portato avanti da Assovini Sicilia e Università degli Studi di Milano, una ricerca finalizzata a diversificare la produzione enologica, ridurre il contenuto di alcol, mantenendo intatta la qualità sensoriale per una specifica varietà, il Nero d’Avola.
L’obiettivo dello studio, portato avanti con la collaborazione dei laboratori ISVEA e delle aziende vitivinicole Dimore di Giurfo, Feudi del Pisciotto, Tenute Lombardo e Tenuta Rapitalà, è indagare tecniche da applicare in vigna e in cantina che permettano di ottenere vini con una gradazione alcolica più bassa senza intaccare l’intensità aromatica né il gusto distintivo dell’autoctono siciliano.
La ricerca, avviata nell’aprile del 2024, prevede l’impiego di tecnologie e strategie fermentative mai utilizzate in precedenza per la vinificazione, in particolare il ricorso alle macerazioni e alle anfore di terracotta. Si andrà poi a studiare in modo approfondito come terroir, età dei vigneti e tecniche agronomiche, a fronte del cambiamento climatico, influenzano la qualità dei vini che nascono dalle uve di Nero d’Avola che sono quelle più diffuse dell’isola.
Una sinergia importante tra mondo accademico e settore privato che si prefigge di fornire alle aziende vitivinicole strumenti per potersi orientare in un contesto in cui a mutare non sono solo gli aspetti climatici ma le stesse preferenze dei consumatori, sempre più attratti da bevande a più basso contenuto di alcol. Sviluppando tecniche innovative e sostenibili, senza prescindere dall’esperienza e tenendo ben presenti le coordinate che esprimono l’identità territoriale, il programma InnoNDA si ripromette di valorizzare il vitigno simbolo della Sicilia, preparandolo alle sfide del presente e del futuro.
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