Il packaging gioca un ruolo cruciale nella produzione e distribuzione del vino, e l’attenzione verso la sostenibilità sta crescendo, vista l’importanza di ridurre l’impatto ambientale legato alla produzione e allo smaltimento dei materiali. L’uso eccessivo di materiali come plastica e cartone, soprattutto nel caso di acquisti online, contribuisce a un fenomeno chiamato overpacking, che aumenta il peso totale e genera emissioni di CO2. Secondo dati Eurostat, l’UE ha prodotto 188,7 kg di rifiuti di imballaggio per abitante nel 2021, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, gli italiani mostrano crescente interesse per prodotti con imballaggi più sostenibili, come evidenziato da uno studio Nomisma che riporta come oltre il 50% degli italiani abbia scelto prodotti con packaging ecologico.
La sostenibilità del vino, dai filari al magazzino
Il packaging del vino non riguarda solo la bottiglia, ma anche elementi come tappi, capsule ed etichette. Slow Wine Fair, che promuove un approccio sostenibile alla produzione vinicola, ha voluto focalizzarsi su come ridurre l’impatto ambientale del packaging. Dopo aver trattato la salute del suolo nelle edizioni precedenti, nel 2025 l’evento intende esplorare come il confezionamento del vino possa evolvere, con un focus sugli imballaggi utilizzati per la distribuzione, dal campo al magazzino.
Il vetro e il suo impatto su economie e ambiente
Storicamente, la bottiglia di vetro è il contenitore preferito per il vino, ma la crisi economica e quella ambientale stanno spingendo le aziende a considerare alternative più sostenibili. La produzione e il trasporto delle bottiglie di vetro sono responsabili di una significativa impronta ecologica, che può arrivare fino al 70% dell’impatto totale di un vino. Una possibile soluzione è il riciclo del vetro, che nel 2023 ha contribuito a evitare l’emissione di milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, l’uso di bottiglie più leggere, grazie ai progressi tecnologici, riduce l’impronta di carbonio e facilita il trasporto.
Un’altra alternativa è il riuso delle bottiglie, che consente di ridurre ulteriormente il consumo energetico e le emissioni. Tuttavia, la logistica è un ostacolo: per rendere il riuso praticabile, è fondamentale ridurre le distanze di trasporto. In Spagna, ad esempio, il progetto REBO2VINO sta sperimentando un modello di bottiglie riutilizzabili standardizzate.
Alternative al vetro per ridurre l’impronta dell’imballaggio del vino
Oltre al vetro, esistono diverse alternative che possono contribuire a ridurre l’impronta ambientale del packaging del vino:
Alla spina: Una pratica che sta guadagnando popolarità in ristoranti e wine bar, soprattutto all’estero. Vendere vino alla spina riduce significativamente le emissioni di carbonio, con un risparmio del 35% rispetto alla bottiglia. Ogni fusto di vino può sostituire fino a 26 bottiglie, generando un impatto ecologico inferiore.
Tetra Pak: Questo materiale, utilizzato per il confezionamento di alimenti e bevande, ha un impatto ambientale inferiore rispetto al vetro, con un profilo climatico che può essere migliore dell’80%. È leggero, facile da trasportare e protegge il vino da luce e aria. Tuttavia, il suo riciclo presenta alcune difficoltà.
Bag in Box: Questo imballaggio ha l’impronta di carbonio più bassa rispetto alla bottiglia di vetro, con una riduzione fino all’80%. È facilmente riciclabile, e la sacca interna protegge il vino dall’ossidazione, mantenendo il prodotto fresco più a lungo.
Frugal Bottle: Bottiglie realizzate con cartone riciclato, cinque volte più leggere del vetro, con un’impronta di carbonio sei volte inferiore.
Alluminio: Le bottiglie di alluminio sono più leggere e richiedono meno energia per la produzione e il riciclo rispetto al vetro. Inoltre, facilitano il trasporto, poiché consentono di caricare più bottiglie per camion. Anche le lattine di vino, sebbene in crescita, sollevano alcune preoccupazioni sulla conservazione del vino di alta qualità, data la difficoltà di evitare alterazioni organolettiche.
Tappi, capsule ed etichette: soluzioni sostenibili
Oltre al contenitore, anche i tappi, le capsule e le etichette sono fondamentali nella sostenibilità del packaging del vino. I tappi di sughero, pur essendo efficaci nel trattenere CO2, presentano problemi legati alla crisi climatica e ai parassiti che colpiscono le querce. Alternative come i tappi a vite in alluminio stanno guadagnando terreno, rappresentando una soluzione più ecologica.
Le capsule, pur essendo tradizionalmente utilizzate per proteggere il vino, sono considerate superflue da molti produttori, che preferiscono eliminare questo accessorio o optare per materiali alternativi, come carta o alluminio.
Infine, le etichette dovrebbero essere realizzate con materiali non plastificati e incollate con colle ecologiche, facilitando il riciclo o il riutilizzo della bottiglia. Esistono già etichette che resistono al trasporto e all’umidità, senza impattare negativamente sull’ambiente.
Il percorso verso la sostenibilità nel packaging del vino è complesso e multifaceted, e non esistono soluzioni univoche. La combinazione di varie soluzioni – come l’uso di materiali riciclabili, il riutilizzo delle bottiglie, e alternative più ecologiche come il Tetra Pak e il Bag in Box – rappresenta un passo importante verso la riduzione dell’impronta ecologica del settore. Tuttavia, è fondamentale che il mondo del vino continui a innovare, riducendo gli sprechi e riflettendo sul vero valore del packaging, in sintonia con i principi di sostenibilità e giustizia sociale promossi dalla Slow Wine Fair.
Leggi la notizia anche su Horecanews.it