giovedì, Dicembre 11, 2025
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Nuovo ingresso per Consorzio Italia del Vino, che registra un fatturato da 1,5 miliardi di euro

Il Consorzio Italia del Vino chiude il 2025 con risultati di rilievo: fatturato complessivo superiore a 1,5 miliardi di euro, quota export pari al 15% del totale nazionale e una proprietà complessiva di 15mila ettari vitati. Il gruppo, che oggi raggruppa 24 realtà presenti in 18 regioni italiane, amplia la propria rappresentanza territoriale accogliendo Donnachiara e riportando così l’Irpinia nel perimetro consortile. Parallelamente si è concluso il primo modulo della Wine Business Academy, il percorso formativo realizzato in collaborazione con Luiss Business School per formare la nuova generazione di manager del vino.

Il mercato attraversa una fase di trasformazione. “Nel 2025 il mercato del vino in Italia ha registrato un ulteriore rallentamento dei consumi: l’acquisto domestico è più selettivo, il consumo quotidiano continua a ridursi e cresce il peso delle occasioni speciali, dove bianchi, rosé e soprattutto spumanti mostrano performance migliori rispetto ai rossi tradizionali”, spiega Roberta Corrà, Presidente del Consorzio Italia del Vino. Non si tratta di un crollo improvviso ma di un’erosione graduale legata al costo della vita e a un cambiamento culturale: il consumatore italiano riduce le quantità ma aumenta la selettività, premiando freschezza, versatilità e bevibilità.

Anche i mercati esteri registrano dinamiche simili: Stati Uniti, Germania e Regno Unito, principali sbocchi per il vino italiano, mostrano volumi in flessione rispetto al 2024. Tra i fattori l’inflazione persistente, una maggiore prudenza della distribuzione e l’avvio dei dazi statunitensi sul vino europeo. “Anche in questo caso, la domanda premia i segmenti più contemporanei, con il Prosecco che rimane la locomotiva dell’export italiano e continua a crescere come categoria ‘comfort’ anche nei contesti di incertezza economica”, prosegue Corrà.

Per il 2026 lo scenario appare più incoraggiante grazie alla stabilizzazione dell’inflazione e allo smaltimento delle giacenze in alcuni mercati. “È plausibile attendersi un rimbalzo moderato della domanda, trainato da bianchi e bollicine, e da una comunicazione più moderna capace di coinvolgere nuove fasce di consumatori. Le aziende che sapranno interpretare linguaggi contemporanei e parlare anche ai target giovani saranno avvantaggiate. È anche per questo che abbiamo dato vita alla Wine Business Academy: un corso di alta formazione per i manager del vino di domani, in collaborazione con Luiss Business School, che ha da poco concluso il primo modulo”, conclude Corrà.

Il percorso formativo, sostenuto da Gate 39, Veronafiere, Colangelo & Partners e Wine Enthusiast, vede protagonisti 18 partecipanti italiani e due internazionali. Dal 12 gennaio al 13 marzo i selezionati saranno impegnati in uno stage curricolare presso le aziende del Consorzio e i partner di progetto, esperienza che costituirà la base del project work finale. La Graduation Ceremony di fine marzo precederà la conferenza stampa a Vinitaly 2026, durante la quale verranno annunciati gli studenti destinatari di proposte contrattuali.

Sul fronte della crescita associativa, Italia del Vino annuncia il ritorno della Campania con l’ingresso di Donnachiara. Fondata nel 2005 da Chiara Petitto, oggi Presidente, e guidata dalla figlia Ilaria Petitto, l’azienda nasce dalla volontà di trasformare la storica proprietà di famiglia in una cantina dedicata alla nonna, Donna Chiara Mazzarelli Petitto. Con vigneti a Montefalcione, tra le zone delle DOCG Fiano di Avellino e Taurasi, e con la storica tenuta di Aglianico a Torre le Nocelle, nel cuore dell’areale del Taurasi DOCG, Donnachiara è specializzata nelle tre DOCG irpine – Fiano di Avellino, Taurasi e Greco di Tufo – oltre ai tradizionali Aglianico e Falanghina.

 

 

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