sabato, Novembre 23, 2024
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L’evoluzione del mercato attraverso i colori del vino: uno studio dell’OIV

Uno degli aspetti che è da tempo oggetto di analisi approfondite da parte degli osservatori del mondo del vino è l’evoluzione delle preferenze e delle abitudini dei consumatori che se da un lato hanno consentito di mantenere un andamento complessivamente positivo della produzione nel settore vitivinicolo dall’altro hanno stravolto gli equilibri in termini di centralità delle diverse tipologie di prodotto.

Un dato che è frutto degli effetti del cambiamento climatico quanto delle mutevoli tendenze legate ad aspetti e fattori generazionali, ma anche del moltiplicarsi delle alternative che rendono la competizione nel mercato Wine & Spirits sempre più serrata portando oggi il mondo del vino a fare i conti anche con l’ascesa del segmento no-low alcool, per non parlare del successo trasversale della mixology, da un lato considerato come opportunità e porta di accesso per alcuni target dall’altro come minaccia quando sbilanciato su soluzioni alcool free.

Ad essere alterato in particolare è il paradigma che ha visto sempre al centro dei desiderata i vini rossi e che oggi vede invece bianchi e rosati in aggregato fare un balzo in avanti conquistando il ruolo di protagonisti. Una chiave di lettura, quella del colore del vino, che l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV) ha messo al centro della ricerca “Evolution of world wine production and consumption by colour” presentata in occasione di Wine Paris, la fiera dedicata al mondo enologico e degli alcolici tenutasi dal 12 al 14 febbraio scorsi nel centro di Parigi.

Lo studio, realizzato dal Dipartimento di Statistica dell’OIV, raccoglie dati completi su domanda e offerta di vino in un arco temporale di vent’anni in base ad una segmentazione per colore (bianchi, rossi, rosati) e si propone come prima tappa importante per la realizzazione di ulteriori e più approfonditi studi futuri.

Si compone di tre capitoli, il primo che introduce la classificazione dei vini per colore e delinea le principali fonti di dati nonché i metodi di stima utilizzati, il secondo e il terzo che forniscono un’analisi dei dati di produzione e consumo dal 2000 al 2021. Questi capitoli esaminano l’evoluzione della produzione e della distribuzione geografica del vino per colore, con confronti a livello nazionale e internazionale, identificando i principali paesi produttori e consumatori.

 

Con riferimento ai vini rossi secondo lo studio dell’OIV l’offerta e la domanda globali sarebbero diminuite significativamente negli ultimi vent’anni. Nel 2021 la produzione sarebbe diminuita del 25% rispetto al picco del 2004, una flessione notevole anche in termini relativi: all’inizio del secolo i vini rossi rappresentavano in media il 48% del totale produzione di vino, mentre negli ultimi anni la quota sarebbe scesa al 43%.

Guardando ai singoli Paesi viene segnalato il forte ridimensionamento registrato in Francia (con il 50% in meno di vino rosso prodotto rispetto all’inizio del secolo) e in Italia, contrazioni compensate solo parzialmente dai produttori extraeuropei come Cile, Argentina, Australia, Stati Uniti e Sud Africa, che mostrerebbero invece tassi di crescita positivi nella produzione di vino rosso. Tra i primi 10 paesi con la più alta percentuale di vino rosso nella loro produzione vinicola nazionale 7 sarebbero al di fuori dell’Europa.

In termini di consumi la richiesta di vino rosso negli ultimi vent’anni sarebbe diminuita soprattutto nei mercati europei, in particolare Germania, Francia, Italia e Spagna. Questi paesi hanno tutti registrato una crescita negativa per il vino rosso dal 2000. Si registrerebbero invece tassi di crescita positivi negli ultimi venti anni in Cina, Stati Uniti, Russia e Brasile.

Per quanto riguarda i vini bianchi la domanda e l’offerta a livello globale risulterebbero in crescita, la chiave di questo dato sarebbe da ricondursi al boom degli spumanti. Entrando più nel dettaglio la produzione nel 2021 sarebbe in aumento del 13% rispetto al livello più basso del 2002, e rappresenterebbe in media il 49% del totale mondiale.

I principali paesi che avrebbero contribuito alla crescita sarebbero Italia (grazie al successo mondiale del Prosecco), USA, Sud Africa e Australia. Al contrario, alcuni altri grandi paesi produttori di vino bianco come Francia e Spagna (secondo e terzo produttore di vino bianco a rispettivamente a livello mondiale) avrebbero registrato un andamento stabile dall’inizio del secolo.

Sul fronte dei consumi l’incremento della domanda di vino bianco sarebbe trainato soprattutto da USA, Germania e Regno Unito che con la loro domanda sarebbero in grado di compensare il calo registrato in grandi paesi consumatori di vino come Francia e Spagna.

Infine i vini rosati, che all’inizio del secolo rappresentavano il 6-7% della produzione, negli ultimi anni avrebbero raggiunto la soglia dell’8% con una produzione globale in aumento del 25% tra il 2001 e il 2021.

Cresciuti notevolmente sia in termini di domanda che di consumo i rosati sarebbero caratterizzati da una offerta molto più concentrata rispetto a quella degli altri vini, con i primi 10 paesi produttori che rappresenterebbero quasi il 90% del totale mondiale nel 2021, con i primi 3 ad esprimerne i due terzi. Sarebbero soprattutto i paesi dell’emisfero settentrionale a guidare la crescita (soprattutto la Francia), anche se paesi come Cile e Sud Africa hanno mostrato tassi di sviluppo molto elevati negli ultimi vent’anni.

Come nel caso dei vini bianchi, anche per i rosati la crescita dei consumi sarebbe invece da attribuire principalmente ad un aumento della domanda nel Regno Unito, in Germania e negli Stati Uniti. La Francia resterebbe di gran lunga il principale mercato a livello mondiale rappresentando più di un terzo della domanda globale.

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