C’è un’onda silenziosa che sta trasformando il mondo del beverage, è il mercato delle bevande “Low-No Alcohol” (LNA), un segmento che senza alzare troppo la voce e nonostante le resistenze sta conquistando l’interesse di consumatori, produttori e operatori globali.
Secondo i dati forniti da Areté il mercato europeo delle bevande a basso contenuto alcolico e senza alcol avrebbe toccato nel 2023 un valore prossimo ai 9 miliardi di euro, in netto aumento rispetto ai 7,5 miliardi del 2021.
Una crescita del 17,3% in soli due anni, segnale inequivocabile di un trend che non accennerebbe a rallentare. E se la birra continua a dominare il settore, passando da una quota del 93% al più contenuto 86% nel biennio, proprio questo suo calo relativo andrebbe considerato come una importante spia, pronta ad indicare che lo spazio per vini e spirits dealcolati dovrebbe essere in espansione.
Il panorama attuale non è più quello pionieristico di qualche anno fa. Il comparto si sta strutturando, guidato da cambiamenti culturali, esigenze salutistiche, maggiore attenzione alle normative sul consumo di alcol e in alcune aree del mondo anche da motivazioni religiose. I giovani in particolare stanno riscrivendo le regole del bere, per molti di loro le bevande “no” non sono solo sostituti degli alcolici ma vere e proprie alternative alle classiche bevande analcoliche.
Le previsioni? Più che rosee. Entro il 2028, si attende un tasso di crescita annuo (CAGR) del 20,6% per gli spirits Low-No Alcohol in Europa, mentre fuori dal continente la corsa non sarà meno intensa. Negli Stati Uniti si stima un CAGR dell’8,1% per i vini, 10,9% per le birre e un impressionante 18,9% per gli spirits. In Brasile, la crescita attesa tocca vette ancora più alte: 24% sulle birre e 13,5% sui vini. Numeri che raccontano una tendenza ormai globale.
E proprio a testimonianza del fermento del settore, arriva un annuncio significativo da Vinexposium: nel 2026, nell’ambito della manifestazione Wine Paris, debutterà Be No, un evento interamente dedicato alle alternative analcoliche.
Dal 9 all’11 febbraio, produttori, distributori e operatori del settore si daranno appuntamento nella capitale francese per esplorare un mondo in rapida evoluzione. Non sarà una semplice vetrina di “succhi” o “soft drinks”, ma uno spazio dedicato a prodotti che replicano rituali e occasioni del bere tradizionale senza contenere alcol, dai vini dealcolati ai liquori senza fermentazione, fino a bevande innovative come tè frizzanti e fermentati.
Questo nuovo capitolo dell’universo Vinexposium, che si affianca a Wine Paris e Be Spirits, rappresenta molto più di un’estensione fieristica, è il riconoscimento tangibile di un cambiamento strutturale in atto, destinato a consolidarsi nel tempo e non solo a Parigi considerato che a partire dal 2026 la stessa segmentazione sarà adottata anche nei saloni di Vinexpo Americas, Asia e India.
E così, mentre il quadro normativo europeo resta ancora frammentato e in cerca di un’unica regia, il mercato corre e la sfida per produttori e operatori sarà quella di tenere il passo con la domanda, migliorando qualità, varietà e comunicazione.
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