mercoledì, Febbraio 5, 2025
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Agrivoltaico in vigna: pannelli solari per migliorare le prestazioni

Negli ultimi anni si assiste ad un intensificarsi di attività di ricerca volte ad individuare soluzioni tecnologiche che possano rappresentare un’opportunità di miglioramento delle condizioni delle colture messe a dura prova dagli effetti del cambiamento climatico.

Tra quelle che stanno riscontrando maggior interesse c’è sicuramente l’agrivoltaico che, soprattutto nel mondo vitivinicolo, pare offrire un’alternativa in grado non solo di ottenere energia pulita ma anche di proteggere e migliorare le condizioni delle piante.

Studi e attività di testing sono stati condotti in particolare nel sud della Francia e sarebbe emerso come i pannelli solari possano essere posizionati in modo da riprodurre specifici microclimi per le viti dai quali deriverebbero uve con un potenziale alcolico inferiore, livelli di acidità più elevati e profili aromatici migliori, nonché viti più sane, rese più elevate e una ridotta necessità di irrigazione.

L’ombreggiatura fornita dai pannelli rallenterebbe l’accumulo di zucchero nell’uva, con conseguenti potenziali livelli di alcol più bassi e le temperature più fresche sotto i pannelli aiuterebbero a preservare l’acidità, un fattore chiave nell’equilibrio del vino. Lo spostamento del tempo di maturazione consentirebbe anche la raccolta a una maturità ottimale in condizioni di temperatura più miti.

I pannelli vengono orientati grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale, sono infatti degli algoritmi a definirne la posizione in modo da fornire ombra e proteggere da siccità, luce solare eccessiva, forti piogge, grandine e gelo, in modo che le piante possano trarre vantaggio dal corretto soleggiamento e apporto luminoso per una corretta fotosintesi. Mentre infatti l’ombra normalmente la ridurrebbe, i software e gli algoritmi consentirebbero di scegliere i momenti migliori in cui la coltura dovrebbe ricevere la luce solare e come risultato del loro impiego le parcelle interessate presenterebbero anche un’umidità maggiore, limitando la necessità di irrigare.

Nel 2024 sono state condotte analisi nella Valle del Rodano testando Grenache Blanc, Chardonnay e Marselan. Le rese sarebbero state dal 20 al 60 percento superiori, a seconda della varietà di uva. Lo Chardonnay avrebbe registrato il più alto aumento delle rese al 60 percento, seguito da Marselan (30 percento) e Grenache Blanc (20 percento).  A breve saranno effettuati altri esperimenti anche in Linguadoca per comprendere gli effetti dell’uso dell’agrivoltaico sui profili aromatici del Viognier.

In Italia non mancano esempi di realtà che hanno puntato su questa soluzione, in particolare Caviro, la maggiore cantina cooperativa nostrana, che vanta il più grande impianto agrivoltaico avanzato del Belpaese. Realizzato in poco meno di un anno con un investimento di 1,5 milioni di euro l’impianto assolve a due funzioni, la produzione di energia pulita rinnovabile e la protezione delle viti.

Per comprenderne l’efficacia sulle produzioni sono in corso ulteriori rilievi. Tutti i sensori installati a corredo dell’impianto consentiranno di raccogliere dati utili per uno studio comparato con analoghe superfici vitate coltivate in campo aperto senza la copertura agrivoltaica e saranno impiegati per sviluppare soluzioni sempre più efficienti, personalizzate rispetto alle specifiche caratteristiche del territorio.

Dagli esperimenti in corso sarà possibile comprendere anche quali viti siano più adatte per ottenere le migliori performance dai sistemi agrivoltaici, migliorando la qualità e la resa delle produzioni e incrementando il livello di efficienza energetica complessivo.

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