martedì, Dicembre 3, 2024
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L’influencer marketing cresce anche nel settore vino

La costruzione di strategie di comunicazione si scontra oggi con una condizione che accomuna tutti i settori, senza eccezioni: trasferire i valori di un brand, la sua essenza, è sempre più difficile, catalizzare l’attenzione in una dimensione in cui l’entità dei messaggi è cresciuta esponenzialmente e costruire un rapporto fiduciario con il proprio pubblico richiede l’impiego di strumenti e risorse nuovi, che siano coerenti rispetto ai piani su cui si gioca la competizione.

Se è vero che i social media rappresentano sempre più un luogo cruciale per prendere decisioni di acquisto non dovrebbe meravigliare che le aziende avvertano la necessità di appoggiarsi ad influencer (o content creator che dir si voglia) per parlare del proprio business, condizione che tocca ormai da vicino anche il mondo del vino, ma nonostante ciò il tema resta fortemente divisivo.

Secondo un rapporto di Ogilvy che ha coinvolto professionisti provenienti da diversi Paesi che abbracciano Europa, Regno Unito, Africa, Medio Oriente, Asia e Stati Uniti, attualmente più del 93% dei responsabili marketing starebbe pianificando di aumentare l’utilizzo degli influencer con due principali obiettivi: migliorare la reputazione del proprio brand e raggiungere nuovi pubblici facilitando la generazione di lead.

Secondo la ricerca in questione le campagne di influencer marketing avrebbero un impatto maggiore sulle performance rispetto a quelle esclusivamente tradizionali e le aspettative per il futuro sarebbero di una ulteriore crescita dal momento che ci sarebbe ancora un grosso potenziale da sbloccare, un potenziale che sarà sfruttato in primis da chi si muoverà più velocemente in questa direzione costruendo un vantaggio competitivo.

Riconoscere il valore dell’influencer marketing non è sempre così immediato, ma mettendo concretamente in atto queste collaborazioni se ne toccherebbero con mano i benefici.  E poi ci sarebbero i dati a parlare chiaro: secondo CGA by NielsenIQ  i consumatori utilizzerebbero i social media per scegliere e orientare gli acquisti, indipendentemente dall’età, e l’83% di quelli appartenenti alla Gen Z affermerebbe di aver acquistato cibo e bevande per averli intercettati sulle piattaforme social, mentre il 46% dei baby boomer avrebbe acquistato prodotti in risposta diretta ai contenuti dei social media.

L’importanza dell’influencer marketing anche nel mondo del vino sarebbe da ricondursi alla capacità di avere accesso a nicchie specifiche e raggiungere pubblici estremamente mirati, venendo incontro all’esigenza dei consumatori di accedere a nuovi punti di contatto per scoprire e interagire con i brand, una terza parte nella conversazione che trasferirebbe fiducia consentendo di veicolare con forza il messaggio dell’azienda. Ovviamente cruciale diventerebbe la scelta di figure in grado di rappresentare con la loro autenticità, professionalità e credibilità i valori delle realtà che sono chiamati a raccontare e presentare al mercato.

Tra l’altro le collaborazioni con gli influencer possono assumere forme diverse con budget diversi divenendo attuabili anche da aziende con disponibilità di investimento limitate: campagne, partnership per eventi, viaggi di scoperta e narrazione di specifiche destinazioni, degustazioni di campionature, sono solo alcune delle attività che si traducono in contenuti organici (vero e proprio materiale di marketing che si aggiunge a quello prodotto internamente) che vengono diffusi e rimbalzati attraverso diverse community ed hanno dei parametri che consentono di misurarne l’efficacia e il successo come view, commenti, reach, impression, visualizzazioni, salvataggi, condivisioni, like, clic, reactions alle stories, nuovi follower.

In questo senso gli influencer e il loro mondo non andrebbero a sostituirsi ma ad aggiungersi rispetto agli interventi attraverso i media tradizionali e i media on line, secondo un mix di partecipazione al flusso comunicativo che andrebbe tarato di volta in volta a seconda di aziende, contesti ed obiettivi  e per questo dovremmo aspettarci in un prossimo futuro un loro sempre maggiore e consapevole coinvolgimento, condizione che sta spingendo il mercato, in diversi Paesi, a normare questa figura come profilo professionale.

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