Il Consorzio Prosecco DOC inaugura una nuova fase strategica del proprio percorso di sostenibilità, avviando ufficialmente il progetto che mira al conseguimento della certificazione ISO 37101. L’annuncio è arrivato il 16 dicembre 2025, nel corso di un incontro che ha riunito la filiera per condividere obiettivi e strumenti comuni. «La sostenibilità non è più una scelta: è una responsabilità che noi tutti abbiamo verso il consumatore, il territorio e il mercato. Se vogliamo garantire un futuro al Prosecco DOC, tutta la filiera deve muoversi nella stessa direzione, senza eccezioni. Il Consorzio continuerà a fare la sua parte, ma è fondamentale il contributo di tutti per una comunicazione chiara, veritiera e trasparente della sostenibilità». Con questo messaggio Giancarlo Guidolin, Presidente del Consorzio, ha dato il via al percorso verso la certificazione ISO 37101. L’incontro si è svolto a Oderzo, presso la Cantina Opitergium guidata da Corrado Cester, ed è stato moderato dalla giornalista Costanza Fregoni, Direttore di VVQ – Vigne Vini Qualità, alla presenza di oltre 200 operatori della filiera, dalle aziende viticole alle realtà spumantistiche.
Un modello inclusivo per una denominazione complessa
Alla base del progetto c’è la volontà di superare la frammentazione degli standard di sostenibilità che negli ultimi anni ha caratterizzato il settore, alimentata da richieste sempre più articolate da parte del mercato e delle comunità locali. In una denominazione estesa e complessa come il Prosecco DOC, questa molteplicità di approcci ha spesso generato difficoltà di lettura e di comunicazione. Per questo motivo il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela della DOC Prosecco ha scelto un’impostazione inclusiva, che riconosce alle aziende la libertà di adottare il percorso più adatto alle proprie caratteristiche, valorizzando le pratiche già in essere e individuando obiettivi comuni di filiera. Il quadro di riferimento è stato delineato dal Direttore del Consorzio, Luca Giavi: «Con 28.000 ettari vitati distribuiti tra due regioni e nove province, da Trieste a Vicenza, la DOC Prosecco rappresenta una delle comunità produttive più grandi e complesse del Paese. La filiera coinvolge 12.000 viticoltori, 1.200 vinificatori e 350 aziende spumantistiche, in un territorio dove sono presenti numerose altre denominazioni, ciascuna con propri criteri e percorsi in materia di sostenibilità». Per rendere il sistema omogeneo e verificabile, il Consorzio ha introdotto un meccanismo di punteggio che attribuisce una valutazione specifica a ogni iniziativa sostenibile certificata da enti terzi, consentendo di misurare l’impatto ambientale, sociale ed economico delle aziende e di incentivare le migliori pratiche anche attraverso strumenti legati alla gestione del potenziale produttivo.
Dati certificati e governance della sostenibilità
Uno dei cardini del progetto è la semplificazione amministrativa, perseguita grazie alla collaborazione con l’Istituto Poligrafico – Zecca dello Stato, che permetterà di acquisire direttamente i dati relativi alle certificazioni di sostenibilità già detenute dalla pubblica amministrazione, riducendo così il carico burocratico per le imprese. Il nuovo modello risponde inoltre alle disposizioni europee più recenti (Reg. UE n. 1143/2024), che richiedono alle Denominazioni la redazione periodica di report di sostenibilità basati su dati verificabili e confrontabili. «L’obiettivo è ottenere la certificazione ISO 37101, la norma internazionale per le comunità sostenibili, estendendo il concetto di sostenibilità all’intero ecosistema sociale ed economico della Denominazione», ha spiegato Leonardo Campigotto, referente scientifico del progetto per il Consorzio Prosecco DOC. «Il progetto si fonda su due dimensioni integrate: la governance della sostenibilità, a cura del Consorzio – che comprende gestione dei dati, monitoraggio costante, certificazione terza e trasparenza – e la sostenibilità attiva, affidata alle aziende, con indicatori concreti come impronta carbonica e idrica, tutela della biodiversità, gestione dei rifiuti, condizioni del personale e relazioni con la comunità locale». Il sistema mantiene un’impostazione flessibile, valorizzando certificazioni già esistenti come Equalitas, VIVA, SQNPI, Biologico e altre, e riconoscendo ogni azione sostenibile verificabile nel punteggio complessivo della filiera.
Ricerca, innovazione e valore per il territorio
Accanto alla governance, il Consorzio continua a investire in ricerca e innovazione, considerate leve essenziali per rendere la transizione sostenibile misurabile e concreta. «Ogni anno – ha ricordato Andrea Battistella, responsabile Ricerca e Innovazione del Consorzio – 1,3 milioni di euro, ai quali si aggiungono risorse pubbliche, vengono destinati a progetti sviluppati con Università ed enti di ricerca come CREA e Veneto Agricoltura». Le attività interessano tutti e tre i pilastri della sostenibilità: sul piano ambientale comprendono lo sviluppo di nuove varietà resistenti, l’applicazione di tecniche di Evoluzione Assistita per ridurre fino al 50% i trattamenti, il corretto uso dei prodotti fitosanitari e strumenti digitali per il calcolo dell’impronta carbonica e idrica. Sul fronte sociale ed economico, nel 2024 il Consorzio ha promosso la formazione di 700 operatori, attivato progetti di inclusione lavorativa, avviato l’Osservatorio Economico e l’Osservatorio del Vino Sfuso, e stipulato accordi con un istituto bancario per offrire strumenti finanziari agevolati a supporto della transizione. Dal confronto è emersa una convinzione condivisa: un territorio sostenibile accresce il proprio valore, migliora il paesaggio, rafforza l’attrattività turistica ed enoturistica e sostiene l’economia locale. La certificazione dell’intera comunità Prosecco DOC renderà questo valore misurabile e comunicabile in modo trasparente. Il Consorzio riafferma così il proprio ruolo di riferimento per il territorio, ribadendo che la sostenibilità non si impone ma si costruisce insieme. «Il Prosecco DOC non si limita a dichiarare la sostenibilità: la ingegnerizza, la misura, la certifica e la mette al servizio del futuro della Denominazione e dell’intera comunità», conclude il Presidente Giancarlo Guidolin.
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