giovedì, Luglio 17, 2025
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Vino: scende a -3,7% l’export nel quadrimestre

L’export di vini italiani attraversa una fase di contrazione significativa. I dati del primo quadrimestre 2025 evidenziano un calo del 3,7% nei volumi esportati, mentre per la prima volta dall’inizio dell’anno anche i valori registrano una flessione dello 0,9%, attestandosi a 2,5 miliardi di euro.

L’analisi dell’Unione italiana vini (Uiv) identifica nel mercato statunitense il principale fattore di criticità. Ad aprile, primo mese di applicazione dei dazi al 10% (che dal 2 all’8 aprile erano al 20%), le esportazioni verso gli USA hanno registrato una contrazione del 7,5% in volume e del 9,3% in valore rispetto allo stesso periodo del 2024.

Mercati extra-UE in sofferenza, Europa stagnante

Le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv su base Istat rivelano una situazione particolarmente critica per i mercati extra-europei, che mostrano un declino del 7,4% nei volumi e dell’1,7% nei valori. Al contrario, il mercato comunitario si mantiene sostanzialmente stabile, evidenziando una dinamica a due velocità nel panorama internazionale.

L’Osservatorio prevede un peggioramento del trend nella seconda metà dell’anno, influenzato da molteplici fattori: i dazi statunitensi, le tensioni geopolitiche con la Russia, il progressivo calo della domanda cinese e la riduzione generale del potere d’acquisto dei consumatori. Un elemento distorsivo è rappresentato dalla corsa alle scorte statunitensi iniziata nell’ultimo trimestre 2024, che aveva artificialmente gonfiato le performance dell’anno precedente.

Scenario USA: rallentamento confermato anche a maggio

L’Uiv, che dispone di dati anticipatori anche per maggio, conferma il rallentamento delle esportazioni verso gli Stati Uniti (-3,4% volume e -3% valore). Parallelamente, si registra un leggero miglioramento nella performance complessiva degli altri acquirenti extra-europei.

Le dichiarazioni dei vertici Uiv

Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione italiana vini, sottolinea la portata globale della crisi: “Premesso che il calo dei consumi penalizza non solo il vino tricolore ma quello di tutti i principali Paesi produttori, è oggi fondamentale prendere atto di come lo scenario della domanda sia mutato, una doccia fredda dopo anni di crescita e dopo l’accelerazione delle spedizioni di questi ultimi mesi. Per questo è quanto mai urgente considerare i fatti per quello che sono e adeguarsi – si spera temporaneamente – alle nuove condizioni di mercato, anche in questo senso i dazi statunitensi impongono un’accelerazione. Dobbiamo – e siamo in grado di farlo – salvaguardare un asset che con un attivo di 7,5 miliardi di euro è da tempo sul podio tra i comparti tricolori della bilancia commerciale con l’estero“.

Paolo Castelletti, segretario generale Uiv, evidenzia i rischi legati all’escalation tariffaria: “A un contesto di mercato globale tutt’altro che florido, si aggiunge oggi l’ingestibile tariffa statunitense al 30%. Per il vino, che è il comparto maggiormente esposto tra le top 30 categorie merceologiche con un’incidenza del mercato Usa al 24% contro una media nazionale al 10,4%, il danno sarebbe esiziale. Non solo per le mancate vendite al primo buyer mondiale ma anche per gli effetti indiretti sul mercato interno e continentale: la merce invenduta determinerebbe un effetto saturazione sulle piazze tradizionali, con una conseguente depressione dei prezzi. Serve ora – ha concluso Castelletti – chiudere la trattativa nel migliore dei modi e contestualmente lavorare sul futuro, dalla gestione di una produzione ormai anacronistica sul piano volumico fino all’abbattimento dei muri commerciali in aree del mondo a forte crescita potenziale”.

Performance per mercati di destinazione

Nel primo quadrimestre, gli Stati Uniti mantengono una crescita positiva (+0,9% volume e +6,7% valore con 666 milioni di euro), ma con un dimezzamento del ritmo di crescita rispetto ai mesi precedenti. La Germania registra una flessione del 3,3% nei volumi, mentre il Regno Unito segna un calo del 4,8%, confermandosi rispettivamente secondo e terzo mercato di riferimento.

Svizzera e Francia mostrano stabilità, mentre il Canada evidenzia una buona crescita, accompagnata da incrementi più contenuti in Paesi Bassi e Belgio. Particolarmente preoccupanti sono i cali in doppia cifra registrati nei mercati asiatici, con Giappone e Cina in forte contrazione e il crollo della Russia (-65%).

Tipologie di prodotto: anche gli spumanti in difficoltà

Per la prima volta dopo anni, anche il segmento spumanti registra performance negative con perdite dell’1,1% nei volumi e dell’1,5% nei valori. I vini fermi e frizzanti in bottiglia mostrano contrazioni più marcate, con cali del 5,6% nei volumi e dell’1% nei valori.

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