In un contesto segnato da consumi in calo, tendenze salutiste e una crescente disaffezione delle nuove generazioni verso l’alcol, il mondo del vino si trova da tempo di fronte a una sfida cruciale, quella di reinventare la propria narrazione.
La consapevolezza che il settore abbia continuato per troppo tempo a rivolgersi a sé stesso, utilizzando codici e tecnicismi poco accessibili a chi si avvicina per la prima volta a questo universo è ormai maturata, così come una vista chiara e netta sulla frattura comunicativa consolidatasi tra chi produce e chi dovrebbe essere il consumatore del futuro.
Di fatto il problema non sta nei contenuti ma nella forma con cui questi vengono proposti e veicolati, la chiave è in quel linguaggio che ha il potere di escludere piuttosto che coinvolgere se non parte da un approccio che mette al centro le persone, i territori e le esperienze, preferendo invece concentrarsi sul prodotto in termini autoreferenziali.
Un’impostazione che ha contribuito a creare una distanza con quel pubblico più in erba che oggi ricerca autenticità, semplicità e condivisione e che un gruppo di giovani del mondo del vino siciliano ha deciso di rovesciare, dando vita ad un movimento che si fa portavoce delle nuove istanze.
Presentato in occasione di Vinitaly ed oggi entrato nel pieno della sua operatività Generazione Next è un progetto che prende forma da un gruppo di produttori under 40 già attivi nelle aziende di famiglia, unito sotto l’egida di Assovini Sicilia, e animato dalla volontà di rinnovare l’immagine del vino isolano rafforzando il legame con il territorio e parlando un linguaggio nuovo.
Al centro un obiettivo chiaro, rendere il vino siciliano più accessibile e interessante per i giovani, in particolare per la Generazione Z, attraverso un approccio comunicativo più dinamico, autentico e coinvolgente.
Non si tratta solo di promuovere etichette, ma di valorizzare storie, esperienze e passioni, offrendo un racconto più vicino alla sensibilità contemporanea, un laboratorio di idee in movimento, orientato a sviluppare progetti in ambiti che spaziano dalla produzione all’enoturismo, dal marketing al coaching, fino alla formazione continua, quest’ultima considerata strumento fondamentale per far crescere le competenze sia all’interno del gruppo che nelle rispettive aziende, anche grazie al confronto con specialisti esterni.
Ventisei i membri ufficiali, per una realtà che ha deciso di partire con una struttura organizzativa solida, una presidenza e un consiglio direttivo rappresentativi delle principali realtà vitivinicole dell’isola per fare rete e creare sinergie, anche oltre i confini regionali, dialogando con esperienze simili a livello nazionale e internazionale.
Il tema del passaggio generazionale, non solo come ricambio ma come continuità attiva e innovativa, è considerato fulcro di una riflessione ampia sul futuro della viticoltura in Sicilia. In un contesto storico in cui l’isola ha già compiuto un importante salto qualitativo, la sfida oggi è saper comunicare e valorizzare quel patrimonio attraverso strumenti nuovi, senza perdere il legame con le radici.
Molti dei giovani coinvolti hanno vissuto esperienze di studio o lavoro fuori dalla regione, e hanno scelto consapevolmente di tornare, convinti del potenziale della propria terra. Questa nuova generazione parla con competenza e passione, è aperta al confronto, attenta ai nuovi trend del consumo e motivata a raccontare il vino come esperienza culturale e sociale, non solo come prodotto.
L’enoturismo emerge come uno degli assi strategici, i giovani produttori vogliono trasformare le loro cantine in centri di accoglienza e racconto, capaci di attrarre viaggiatori curiosi, coinvolgendoli in esperienze immersive tra vigneti, degustazioni, arte e cultura locale.
Il messaggio è chiaro, il vino siciliano non è più solo una tradizione da custodire, ma un ponte verso il futuro da costruire insieme, un passo alla volta, attraverso nuovi linguaggi, con spirito collaborativo e uno sguardo aperto sul mondo.
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