venerdì, Novembre 22, 2024
HomeMercato ed EconomiaFine Wines: le aste di vini di pregio non conoscono crisi

Fine Wines: le aste di vini di pregio non conoscono crisi

Negli ultimi sei mesi il mercato dei vini di pregio sembra attraversare una fase alquanto turbolenta, quella che qualcuno ha definito come vera e propria crisi mettendo in discussione l’immunità di questa nicchia del mondo Wine & Spirits rispetto agli effetti delle congiunture macroeconomiche e dei complessi scenari internazionali.

A sostenere questa tesi ci sarebbe l’andamento altalenante degli indici del Liv-Ex che solo nel mese di marzo sono ritornati faticosamente in terreno positivo (+ 0,4) dopo aver incassato un – 14% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e aver registrato un ridimensionamento nel numero degli scambi.

Eppure le nubi non sarebbero diffuse in modo così omogeneo se è vero che sul cielo delle case d’asta splenderebbe alto il sole e si respirerebbe tutt’altra aria.

A testimoniarlo il recente annuncio di Sotheby’s le cui vendite globali di vino e liquori nel 2023 avrebbero raggiunto la cifra record di 159 milioni di dollari (127 milioni di sterline), 1 milione in più rispetto al totale raggiunto nel 2022, un risultato che andrebbe a consolidare un trend positivo dell’ultimo triennio, con valori crescenti in controtendenza rispetto ai prezzi in discesa sul mercato secondario.

La casa d’asta del Regno Unito negli ultimi dieci anni avrebbe ampliato esponenzialmente la costola dedicata a vini e liquori con un incremento del 17% su base annua del numero di lotti proposti al proprio pubblico. Per dare un’idea dello sviluppo di questa sezione basti pensare che nel 2013 le vendite totali all’asta sono state di 58 milioni di dollari contro i 118 milioni di dollari del 2019, l’anno che ha preceduto l’esplosione della pandemia.

Un clima ai limiti dell’euforia se si pensa che il successo dello scorso anno è stato tale che in una sola straordinaria settimana sono stati venduti vini e liquori in valore quanto nell’intero 2013.

A rendere possibile questo vero e proprio exploit del 2023 una serie di lotti di cantine iconiche con una top ten da capogiro in termini di valore delle vendite: da Hospices de Beaune (25 milioni di dollari, 17% del totale) a Domaine de la Romanée-Conti le cui vendite sono aumentate del 40% su base annua (21 milioni di dollari, 13% del totale), a seguire Domaine Leroy & d’Auvenay (11 milioni di dollari, 7% del totale) Petrus (6 milioni di dollari, 4% del totale) Domaine Armand Rousseau (5 milioni di dollari, 3% del totale) Champagne Krug (2 milioni di dollari, 1% del totale) Château Lafite Rothschild (2 milioni di dollari,  1% del totale) Château Mouton Rothschild (2 milioni di dollari, 1% del totale) Château Latour (2 milioni di dollari, 1% del totale), Castello Haut-Brion (1,5 milioni di dollari, 1% del totale).

Un aspetto interessante è la crescita delle vendite all’asta attribuite alle collezioni di un unico proprietario che sono passate dai 75 milioni di dollari del 2021 ai 99 milioni del 2022 per arrivare lo scorso anno a ben 113 milioni di dollari.

Anche le vendite all’asta degli alcolici di Sotheby’s, trainate dai whisky rari, sono aumentate in modo significativo raggiungendo i 33 milioni di dollari nel 2023, rispetto ai 31 milioni di dollari del 2022 e ai 4 milioni di dollari del 2017. Una bottiglia di The Macallan 1926, con l’etichetta di Valerio Adami, è stata venduta per 2,7 milioni di dollari a novembre dello scorso anno, nuovo record d’asta per qualsiasi bottiglia di liquore o vino.

Cosa determini in assoluto la migliore performance delle case d’asta non è semplice definirlo, incidono senz’altro l’affidabilità e gli alti livelli di servizio. Da Sotheby’s si limitano ad osservare che hanno riscontrato un forte interesse da parte degli acquirenti per i lotti d’asta che “sembrerebbero a buon prezzo”, con alcuni vini che attirerebbero l’attenzione a causa della loro rarità, un elemento che potrebbe aver inciso sulla maggiore attrattività rispetto ad altre piazze di scambio.

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