mercoledì, Marzo 12, 2025
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Liv-ex: Bordeaux perde terreno, cresce l’Italia nel mercato dei fine wines

Non accenna a rasserenarsi l’orizzonte del mercato dei vini di pregio che mantiene le stesse tinte fosche che hanno caratterizzato gli esordi del mese di gennaio. A prevalere un atteggiamento improntato alla cautela, influenzato dallo scenario geo-politico e dalle incertezze macroeconomiche.

L’andamento degli indici del Liv-ex, come segnala il Market Report di febbraio, continua a dare segnali di una crisi il cui arco temporale supera ormai i dodici mesi, con un generalizzato calo dei prezzi e significativi cambiamenti regionali nelle quote di mercato.

 

In particolare si conferma il trend consolidatosi negli ultimi 10 anni, dove il peso di Bordeaux è progressivamente diminuito. Fino al 2019, la regione rappresentava la maggior parte del valore commerciale annuale su Liv-ex, lo scorso anno solo il 33,3% del volume e il 36,2% del valore scambiati. Oggi l’andamento degli indici ribadisce che, pur continuando a guidare il mercato, la regione di Bordeaux non è più l’unica protagonista.

Sul fronte degli acquisti gli statunitensi, che svolgono un ruolo sempre più importante nel mercato, determinanti nella diversificazione dei trend, nel 2024 pur restando tra i maggiori acquirenti di Bordeaux (31,9% degli acquisti) hanno trainato le vendite di Italia e Spagna, due delle regioni in più rapida crescita sul mercato secondario. La Borgogna è stata invece sostenuta dal Regno Unito che nel 2024 ha coperto il 42,6% degli acquisti, ma la progressiva perdita del suo peso, determinata dai minori investimenti effettuati da parte degli inglesi, spiega in parte il recente calo della quota di mercato del noto territorio del vino.

Per quanto riguarda gli indici il Liv-ex Fine Wine 100, che rappresenta il movimento dei prezzi di 100 dei vini pregiati più ricercati sul mercato secondario, è sceso dello 0,4% a gennaio, mentre il Liv-ex Fine Wine 1000 che traccia 1.000 vini da tutto il mondo ed è la misura più ampia del mercato  comprendendo sette sottoindici che rappresentano le etichette più scambiate provenienti da diverse regioni (Bordeaux 500, Bordeaux Legends 40, Burgundy 150, Champagne 50, Rhone 100, Italy 100 e Rest of the World 60) è sceso dello 0,9%.

Unica eccezione l’indice Italy 100 che è stato l’unico a registrare un rialzo a gennaio, in crescita dello 0,6% dopo il calo di dicembre, con l’Italia che si conferma una delle regioni più resilienti nel panorama dei Fine Wines. Mentre i Super Tuscan tendono ad apparire più frequentemente tra i vini più scambiati della settimana, sono stati in gran parte i vini piemontesi a popolare la lista dei migliori performer di prezzo mese su mese.

Fare previsioni in un contesto così complesso e incerto non è semplice, ma secondo gli osservatori, guardando al passato, in particolare alla crisi del 2011-2013, si può ipotizzare che sia necessario un periodo di recupero prima che i prezzi possano aumentare di nuovo e, d’altro canto, un loro periodo di stabilità potrebbe essere il rimedio necessario per smaltire un eccesso di scorte di cui il mercato oggi soffre.

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