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UE: tre binari per la crescita del settore vinicolo nel 2025

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Un piano per affrontare la complessità dello scenario del settore vitivinicolo individuando i binari su cui incanalare e sostenerne la crescita: da qui riparte l’Unione Europea dopo l’incontro del 16 dicembre a Bruxelles con le rappresentanze della filiera, in vista della chiusura di un anno che ha evidenziato numerose criticità e nell’incombenza di un 2025 rispetto al quale è necessario mettere in campo misure e interventi volti a superare gli ostacoli.

Calo dei consumi a livello locale e globale, ridimensionamento del potere di spesa dei consumatori, evoluzione di gusti e preferenze nell’ambito della affermazione di nuovi stili di vita improntati a salutismo e cura del benessere unitamente agli impatti del climate change sono i principali elementi rispetto ai quali per l’UE sono necessarie azioni concrete in grado di arginare gli effetti che penalizzano il settore.

Tre le direttrici su cui secondo l’UE andrebbero innestati interventi significativi ed impattanti sulle dinamiche di mercato.

In primis l’adattamento al cambiamento climatico che sempre più si configura come una sfida per il settore andando ad incidere anche sul profilo di rischio dell’attività imprenditoriale. La crescente variabilità e imprevedibilità dell’andamento delle stagioni richiederebbe secondo il piano UE un nuovo approccio anche in termini di risk management, con l’introduzione di strumenti che possano rispondere all’attuale scenario, schemi assicurativi ampliati per coprire perdite derivanti da eventi metereologici estremi, sostenuti da meccanismi di riassicurazione in carico alla Comunità Europea, in grado di aiutare i produttori a ridimensionare il rischio in modo efficace.
A ciò si aggiungerebbero gli interventi volti a potenziare e concretare un approccio sostenibile alla viticoltura con finanziamenti mirati per la ristrutturazione dei vigneti, l’introduzione di vitigni resistenti e di nuove tecnologie per la gestione agronomica.

Secondo piano di intervento quello relativo alle nuove tendenze del mercato rispetto alle quali è fondamentale dare risposte coerenti e concrete. Qui il tema centrale resterebbe quello dei vini a basso contenuto alcolico di cui l’Unione Europea intende incoraggiare la produzione e la commercializzazione anche andando a rimodulare la normativa di riferimento.

Infine il sostegno per migliorare quella competitività nell’export messa a dura prova dalle crisi geopolitiche internazionali e dal cambiamento nelle preferenze di consumatori. L’idea in questo caso sarebbe quella di sviluppare programmi di promozione più mirati e soluzioni a sostegno dei piccoli produttori al fine di rimuovere le barriere all’ingresso in nuovi mercati.

Rispetto al calo dei consumi e allo squilibrio tra domanda e offerta per l’UE il riallineamento potrebbe passare attraverso politiche di espianto, con incentivi finanziari ai produttori per rimuovere vigneti in quelle aree in cui l’eccedenza di uve è sistematica, sempre salvaguardando le aree e i filari ad elevato valore culturale, ambientale e paesaggistico.

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