Home Mercato ed Economia Mercato cinese del vino: dalle tensioni commerciali alle opportunità future

Mercato cinese del vino: dalle tensioni commerciali alle opportunità future

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Il mercato del vino attraversa una fase complessa, con consumi stagnanti in molti paesi maturi e un’incertezza economica globale che rende difficile pianificare strategie di lungo termine. In questo scenario, gli sguardi dei produttori si rivolgono sempre più ai mercati emergenti, tra cui la Cina rimane il più enigmatico: un colosso che ha conosciuto una crescita impetuosa, una frenata altrettanto improvvisa, e che nonostante le difficoltà continua a essere percepito come una delle grandi scommesse del futuro.

Dal boom degli anni Duemila al picco del 2017

Per comprendere il fenomeno occorre ripercorrere gli ultimi vent’anni, come documentato dal prof. Kym Anderson dell’Università di Adelaide in uno studio pubblicato da Cambridge University Press.

A partire dai primi anni Duemila, il mercato cinese è diventato uno dei motori della crescita mondiale del vino, con una curva di espansione impressionante pur partendo da consumi pro capite molto contenuti. Il benessere crescente, l’urbanizzazione e la curiosità verso i prodotti internazionali hanno innescato una domanda in costante aumento.

Il momento di massimo splendore è arrivato a metà degli anni 2010: nel 2017 la Cina rappresentava l’8% del valore totale delle importazioni mondiali di vino. Tuttavia, in soli sei anni lo scenario è radicalmente cambiato. Nel 2023 quella quota è scesa sotto il 3%, segnalando un ridimensionamento drastico e inatteso.

Le cause della frenata

Le ragioni di questo declino sono molteplici e interconnesse. Un primo segnale è arrivato nel 2013 con la campagna anti-corruzione lanciata dal presidente Xi Jinping, che ha ridotto sensibilmente i consumi di vini pregiati, spesso associati a banchetti ufficiali e regalie di prestigio.

Successivamente, il rallentamento economico ha eroso la capacità di spesa delle famiglie, mentre la pandemia ha accentuato la crisi. Tra il 2019 e il 2022 il consumo di vino è crollato del 47%, un calo molto più marcato rispetto a quello registrato da birra e superalcolici.

A completare il quadro, le tensioni commerciali hanno ulteriormente complicato la situazione. I dazi fino al 218% imposti sul vino australiano tra il 2021 e il 2024 hanno escluso un attore chiave dal mercato, ridisegnando gli equilibri tra i fornitori e favorendo temporaneamente paesi come Francia e Cile. Anche dopo la rimozione delle tariffe, il settore resta caratterizzato da forte volatilità.

Un potenziale ancora straordinario

Nonostante la battuta d’arresto, la Cina mantiene un potenziale straordinario. Il consumo pro capite rimane pari a un nono della media mondiale, lasciando intravedere margini di crescita enormi.

L’esempio di Hong Kong è illuminante: a parità di cultura e vicinanza geografica, i consumi sono dieci volte superiori rispetto alla Cina continentale, spinti da redditi più alti e da una maggiore apertura internazionale.

Le prospettive di lungo termine

Le previsioni a lungo termine lasciano intravedere una possibile ripresa. Se, come indicano le proiezioni, i redditi pro capite cinesi continueranno a crescere, il vino potrebbe beneficiare di una domanda sempre più diversificata.

In particolare, i giovani consumatori mostrano maggiore attenzione alla qualità, all’esperienza e alla convivialità, piuttosto che al prestigio del marchio. Questo cambiamento culturale potrebbe favorire produzioni di fascia media e vini capaci di raccontare storie e territori, rispetto al semplice status symbol.

Un mercato difficile da decifrare

La Cina rimane un mercato complesso da interpretare. Le tensioni geopolitiche, la crisi del settore immobiliare e la fragilità della fiducia dei consumatori continuano ad alimentare un clima di incertezza che rende difficile qualsiasi previsione affidabile.

Per i produttori, la vera sfida sarà affrontare il mercato con pazienza e lungimiranza. Non basterà inseguire i numeri del breve periodo: servirà investire in strategie di lungo corso, costruendo relazioni solide con distributori e consumatori, adattandosi alle specificità locali e accettando le inevitabili turbolenze economiche e politiche.

Il futuro del vino non potrà prescindere dalla Cina. Se negli ultimi anni questo gigante ha perso slancio, è proprio nel mercato cinese che si giocherà una delle partite più decisive per la prossima fase del settore vinicolo globale.

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