Settembre segna l’inizio della vendemmia, il momento più atteso nel calendario vitivinicolo. Nel cuore del Trentino, una regione ricca di cultura e storia, Cavit coordina questo processo con oltre 5.250 viticoltori uniti in 11 cantine sociali. La vendemmia non si limita alla raccolta dell’uva; è un rituale che combina l’antico sapere dei vignaioli, le competenze tecniche degli agronomi e l’uso delle più moderne tecnologie di precisione.
La vendemmia 2024 si colloca in un contesto di sfide continue per il settore vitivinicolo, affrontando questioni quali i cambiamenti climatici e le evoluzioni delle tendenze di consumo. Quest’anno, in particolare, l’instabilità climatica ha evidenziato l’importanza di un approccio flessibile e attento, sottolineando il valore dell’intervento umano e la conoscenza approfondita del territorio.
In Trentino, il paesaggio è caratterizzato da vigneti distribuiti in piccoli appezzamenti. I viticoltori di Cavit gestiscono mediamente aree vitate di circa 1,2 ettari ciascuno, rendendo cruciale l’abilità contadina. Ogni fase della vendemmia richiede una cura meticolosa, che può essere garantita solo da mani esperte. Le pratiche di “scacchiatura”, che consiste nell’eliminazione dei germogli in soprannumero, e di “sfogliatura”, ovvero la pulitura delle foglie in eccesso dalle piante, sono fondamentali per assicurare che le uve ricevano la giusta quantità di sole e aria, mantenendo così la salute delle piante e la qualità del raccolto.
Tradizionalmente, la vendemmia in Trentino è un processo interamente eseguito a mano, che prevede due passaggi di raccolta per rispettare i tempi di maturazione dei singoli grappoli. Questo approccio artigianale, tramandato di generazione in generazione, si adatta perfettamente alle dimensioni contenute dei vigneti e alle specificità del terreno, che non consentono la meccanizzazione.
Cavit ha saputo armonizzare questa tradizione con le più avanzate tecnologie di precisione, come la piattaforma digitale PICA (Piattaforma Integrata Cartografica Agriviticola). Implementata dal 2010, la piattaforma offre un supporto tecnico fondamentale per il monitoraggio e la gestione dei vigneti.
In sinergia con l’evoluzione tecnologica, la competenza artigianale si dimostra particolarmente preziosa in un’annata come quella del 2024, caratterizzata da un clima estremamente instabile e da una primavera molto piovosa. In un territorio naturalistico dove le macchine spesso incontrano limiti di accesso ai vigneti, è l’expertise dei viticoltori, supportata dal contributo tecnico avanzato del team agronomico di Cavit , a fare la differenza, assicurando la gestione ottimale di ogni singola pianta e una raccolta di qualità superiore.
Se strumenti innovativi come PICA sono cruciali per la comunicazione tempestiva e la precisione operativa, è la prontezza nell’agire direttamente sul campo insieme a fare la differenza. In un’epoca in cui i cambiamenti climatici impongono nuove sfide, la manualità e l’abilità tecnica sono i pilastri su cui costruire un futuro sostenibile e di alta qualità per il settore vitivinicolo.
“La chiave per garantire la salute e una qualità eccellente delle uve risiede in un approccio attentamente pianificato alla gestione dei nostri vigneti. La parcellizzazione dei terreni ci permette di intervenire in modo capillare, assicurando cure precise e tempestive a ogni singola pianta. Le pratiche manuali, evitando pressioni eccessive, ci consentono di agire nei momenti cruciali, garantendo che ogni grappolo riceva l’attenzione necessaria. Così, riusciamo a preservare la qualità delle uve, migliorando la resa finale e assicurando la produzione di vini di alto livello.” afferma l’agronomo Cavit Matteo Secchi. “Ad oggi, a metà circa della vendemmia, la qualità dell’uva è ottima. Negli ultimi giorni, il calo delle temperature e il vento freddo hanno intensificato l’escursione termica tra il giorno e la notte, creando le condizioni ideali per garantire un’eccellente qualità dell’uva a bacca rossa, che è ancora in fase di raccolta.”
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