Cresce l’interesse globale per il benessere e la sostenibilità che si consolidano come driver di scelta dei consumatori. È quanto emerge dalle indagini condotte da due grandi istituti di ricerca, Circana e CGA NielsenIQ, che hanno esplorato l’evoluzione dei comportamenti della popolazione, rispettivamente per il mercato statunitense e quello britannico, individuando le priorità e discriminanti nelle abitudini di acquisto.
“Tapping Into the Global Consumer Well-Being Opportunity“, lo studio di Circana, evidenzierebbe come la definizione di “health and wellness” sia in costante mutamento rivelando la complessità dell’idea di benessere personale, una dimensione che oggi vedrebbe un focus sempre maggiore sulla salute mentale.
I consumatori perseguirebbero l’armonizzazione del loro benessere fisico, mentale e sociale rivolgendosi a soluzioni diverse come attività fisica, social media, cibo, animali domestici, cure di bellezza e libri; in particolare darebbero priorità alla salute attraverso scelte alimentari sempre più mirate, esercizio fisico e sonno di qualità, e al miglioramento di umore e motivazione.
Di qui la preferenza per ingredienti semplici e puliti, l’aumento della spesa in vitamine e integratori, la diffusione di prodotti per la riduzione di stress e ansia ma anche la selezione di letture finalizzate ad accrescere conoscenze e consapevolezza.
Esplorando queste nuove dimensioni e lavorando sull’accessibilità anche da un punto di vista economico, secondo Circana le aziende dovrebbero poter individuare azioni e linguaggi in grado di raggiungere i propri pubblici in modo più significativo e impattante.
Sul fronte della sostenibilità, CGA by NIQ ha esplorato, con un particolare focus sul mondo del vino, il modo in cui la popolazione britannica approccerebbe il tema.
Il Wine Insight Reports “ Sustainability in the On Premise Wine Category” mostrerebbe come più di due terzi (69%) degli adulti britannici cercherebbe di condurre uno stile di vita sempre più rispettoso dell’ambiente, percentuale che corrisponderebbe a quasi tre quarti ( 74% ) dei consumatori di vino.
Secondo lo studio la maggior parte dei bevitori di vino sarebbe preoccupata per le questioni ambientali, con un significativo divario però tra interesse e consapevolezza. Solo il 28% affermerebbe infatti di conoscere le pratiche delle imprese, e il 41% non ne sarebbe al corrente o raramente vi presterebbe attenzione. Fornitori, produttori e operatori avrebbero quindi tutti l’opportunità di istruire meglio i propri pubblici garantendosi la loro fedeltà per il futuro.
Un altro dettaglio importante emerso dalla ricerca sarebbe la maggiore propensione alla spesa fuoricasa da parte dei consumatori attenti alla sostenibilità con quasi un terzo (31%) che uscirebbe almeno una o due volte a settimana, dato valido soprattutto per i bevitori più giovani e per le donne; l’impegno e la reputazione in materia di sostenibilità rappresenterebbe per il 36% un fattore importante nella scelta del locale da visitare e per il 34% determinante nella decisione se ritornarvi o meno.
Infine, dato non meno significativo, i consumatori con un impegno per la sostenibilità sarebbero disposti a pagare di più per un calice. Un terzo di loro affermerebbe di ordinare in genere vini in fasce di prezzo medio-alte, molto più alte del 21% tra tutti i bevitori di vino, mentre quattro su cinque (80%) pagherebbero di più per vini di provenienza “etica”. La costruzione di wine list e menu incentrati sulla sostenibilità potrebbero essere un modo particolarmente efficace per garantire un posizionamento premium.
I due studi dimostrano come benessere e sostenibilità, emersi come temi sempre più centrali nel periodo critico della pandemia, continuino a rappresentare due punti di riferimento importanti nell’orientare le scelte dei consumatori sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, e come le aziende abbiano l’esigenza di focalizzarsi sempre più sulle due dimensioni sia per quanto attiene le strategie produttive che per quelle di marketing e comunicazione.