Tutte insieme per valorizzare il vino dell’accoglienza dalle radici antiche e parte integrante della tradizione toscana; da questa necessità è partita l’idea di Donatella Cinelli Colombini di riunire intorno a sé produttrici appartenenti alle Donne del Vino della Toscana di cui è Delegata regionale e di presentare il nuovo look per il Passito da uve di Traminer aromatico IGT Toscana 2018.
L’idea innovativa di Donatella Cinelli Colombini inaugura uno stile più ricercato e punta in alto con una etichetta che richiama fregi e trine antiche: non solo ha numerato le bottiglie del Passito da uve di Traminer aromatico come fosse una litografia, ma le tratta come finora è stato fatto solo con le opere d’arte. Solo 364 bottiglie da 375 CL destinate ai grandi amanti dei vini dolci e custodite in piccoli scrigni azzurri che ne valorizzano il carattere esclusivo e prezioso, una produzione di Passito che nasce dalla passione del marito di Donatella, Carlo Gardini e dell’enologa Barbara Magnani. Ancora a somiglianza di un’opera d’arte, ogni bottiglia ha un certificato di autenticità che permette di tracciare i passaggi di proprietà del vino fino al momento in cui viene aperta. Ovviamente la prima firma è quella di Donatella Cinelli Colombini.
Lo scenario per la presentazione di questo vino è stata la degustazione Dolce Toscana nel vino che si è tenuta alla Fattoria del Colle di Trequanda, in provincia di Siena, nei giorni scorsi, dove sono sfilati i vini dolci di 12 donne del vino: Vin Santo, Passiti, Occhio di Pernice, Aleatico e Moscadello di Montalcino, rappresentative di tutti i territori vinicoli toscana.
La degustazione guidata dal giornalista Gianni Fabrizio, ha messo in evidenza l’esigua produzione tutta artigianale, con costi molto alti della stessa (si ottengono massimo 15-20 litri di Vin Santo ogni 100 kg di uva), una comunicazione da implementare e packaging che guarda ai giovani e ai collezionisti oltre a combattere la presenza sul mercato di prodotti concorrenti di basso livello e imitativi.
I 12 vini dolci delle Donne del Vino toscane provenivano dalle cantine: Badia a Coltibuono, Banfi, Capezzana, Castello di Querceto, Castello Sonnino, Dei, Donatella Cinelli Colombini, Fattoria Aldobrandesca, Fattoria Le Pupille, Tenuta di Artimino, Tenuta Il Corno e Villa di Vetrice.
Gli asset strategici per la valorizzazione di questi preziosi prodotti scaturiti dal confronto tra le produttrici sono stati diversi: tutti d’accordo sul fatto che l’enoturismo è un elemento da valorizzare: “Il Vin Santo e gli altri vini dolci vengono venduti soprattutto nel luogo di produzione grazie allo storytelling che affascina i visitatori, quindi”, ha affermato Donatella Cinelli Colombini, “se da un lato sarebbe auspicabile la creazione di un “itinerario di vini dolci toscani” che ne incentivi la conoscenza e le vendite e dall’altro la particolarità del loro sistema produttivo, la rarità e la territorialità di questi vini rafforzano l’appeal turistico delle cantine rispetto a un viaggiatore sempre più attratto da ciò che è raro e autentico”.
Roberto Scalacci, Direttore Agricoltura e Sviluppo Rurale presente in rappresentanza della Regione Toscana e della Vice Presidente e Assessora all’Agricoltura Stefania Saccardi, per recepire le necessità del comparto ha sottolineato come “Grazie al lavoro fatto dalla Regione Toscana negli anni novanta, il Vin Santo può essere prodotto solo in Toscana e quindi costituisce un’esclusiva di questa Regione”. Ha inoltre portato il suo contributo di esperienza al fine di trovare soluzioni adeguate sul piano normativo per ampliare la riconoscibilità di queste produzioni, obiettivo che per i vini dolci della Toscana potrebbe rientrare nel progetto regionale di “valorizzazione e recupero delle produzioni tradizionali toscane elementi essenziali nella narrazione di secoli di esperienza”.
Essenziale l’individuazione di nuovi mercati come l’Asia dove i consumatori sono più inclini ai sapori dolci, così come percorrere strade diverse alla ricerca di nuove esperienze gustative. Un nuovo stile di consumo è infatti il messaggio che ha proposto la Presidente con l’abbinamento a fine pasto oppure fuori pasto del suo Passito da uve di Traminer aromatico IGT Toscana 2018 o come antipasto con i formaggi di Andrea Magi De Magi super premiato affinatore caseario che ha presentato gli erborinati Superbia di Bufala e Puffarello di Pecora nonché il Maledetto Toscano invecchiato 2 anni. Senza rinunciare all’abbinamento più tradizionale con un dolce creato appositamente dal campione del mondo Rossano Vinciarelli. La Presidente ha anche proposto di collaborare per la commercializzazione di questi vini con caseifici o affinatori al fine di fare promozione insieme ai formaggi toscani.
Occorre una comunicazione più efficace che punta a mettere in evidenza la rarità dei prodotti e un packaging più accattivante importante nella promozione del prodotto al fine di creare valore tanto da farli diventare oggetti da collezione.
CHI SONO LE DONNE DEL VINO TOSCANE
L’associazione Nazionale Le Donne del Vino è nata a Firenze nel 1988, è senza scopi di lucro e promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva del vino. Le Donne del Vino sono 1150 tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste. Sono in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni. Il gruppo toscano è composto da 94 socie coordinate da Donatella Cinelli Colombini e, nel 2023, ha organizzato un’iniziativa sul vetro leggero, organizzato corsi sul vino nelle scuole, raccolto fondi per il contrasto alla violenza di genere e ospiterà il 35° anniversario dalla fondazione con un evento dedicato alla cultura. La Presidente Nazionale è la produttrice campana Daniela Mastroberardino.